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Be Klaire
High For Free
2022
di
Cris Allinson
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È quasi ora di cena, ma la fame che sopraggiunge è più intima, è una fame d’emozioni e sensazioni. Ho alcuni nuovi brani da ascoltare e uno in particolare rapisce la mia attenzione. Sarà forse per il titolo, “High For Free”, o per la tanto osannata casualità, ma decido incuriosito di premere play sul suo brano. È Be Klaire, un giovane artista all’inizio del suo percorso discografico che sta riscuotendo un notevole successo. Cuffie in testa, del vino rosso versato nel calice e il viaggio ha inizio.
Un pianoforte entra immediatamente sulla scena da protagonista con un intro straziante e commovente. Mi sento avvolgere il corpo da un calore amico e mi accorgo che con le dita della mano destra premo i tasti delle note facendo finta di suonare nel silenzio della stanza. Solfeggio a tempo dei lontani e vecchi ricordi.
Pochi secondi ed ecco che entra la voce. Oh mio Dio! Ma è davvero così giovane questo cantante? Una espressività che di solito si conquista con l’esperienza e invece lui è ancora così innocente, vero e passionale. Spero non perda mai questa autenticità. Un arrangiamento semplice, lineare, con le giuste sfumature che vestono la melodia di rara bellezza. Ormai il pianoforte non ha potuto fare altro che accompagnare tanta forza espressiva scivolando semplicemente tra le parole (il testo è in lingua inglese) e gli acuti dell’artista che con romantica arroganza si destreggia nel canto di questa delicata ballad. Profondi bassi d’arrangiamento colorano il tutto di solennità e audacia. Sì, l’audacia di affrontare canzoni così importanti e impegnative in un contesto attuale discografico colmo ormai di “copia e incolla” privi di verità e lontano anni luce dalla sacralità del concetto di arte!
E qui di arte invece ne abbiamo molta. Un barlume di speranza, data la giovane età di Be Klaire, per il futuro della musica, soprattutto in questo straordinario ma malandato bel paese.
Ed ecco arrivare il climax con l’ingresso di una ritmica semplice e perfetta che dona alla canzone la spinta necessaria per una emozione davvero intensa e viscerale. E non contenti, una chitarra distorta in solo fa da ponte ad un acuto per la ripresa del ritornello che ti lascia con il fiato sospeso. Una voce potente, graffiante, che senza alcun problema passa da una timidezza sostenuta a una sfrontatezza d’altri tempi per ricordarci che i giovani talenti d’oggi non sono soltanto glitter, foto, social e finzione, ma hanno ancora tanto da dire, in questo caso cantare, per questo mondo che sembra allontanarsi sempre di più dalla potente bellezza delle note composte col cuore.
La chiusura della canzone ti lascia il sospetto (si spera) di un album. Non può essere soltanto un unico sprazzo di bellezza. Un unico sussulto dell’anima. Ne voglio degli altri. Ne ho bisogno. E nel frattempo riascolto ancora e ancora “High For Free” tornando a suonare le note del pianoforte fingendomi sul palco dei miei ricordi, gli stessi ricordi che mi ha evocato all’inizio del primo ascolto. E questo pianoforte immaginario che mi accompagna nel buio di una fredda sera d’autunno ha riacceso in me la grande e immortale speranza che la musica, la vera musica, vincerà sempre. Su tutto e tutti. Glitter e social compresi. Amen
Articolo del
03/12/2022 -
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