Exit è il nuovo lavoro discografico del cantautore torinese Fabio Caucino. Nove tracce scritte, prodotte e arrangiate da Caucino, che oltre a cantare, suona tutti gli strumenti analogici, digitali e campionamenti.
In apertura troviamo "La stessa storia" ("Bisognerebbe piantare degli alberi oggi volta che nasce un poeta, ricominciare ad essere liberi per ritrovare di nuovo una meta") pezzo serrato con chitarre elettriche, synth e fiati che tratteggiano anche l'acid-jazz della successiva "Rimango solo" ("Che sono stanco e snervato dall'ignoranza, da un Novecento assopito all'indifferenza, con poco tempo per cercare una nuova coscienza").
Batteria ossessiva e tastiere pompose sostengono "L'amore addomestica" ("Voglio tornare a giocare puro dentro la pancia di mia madre, salire su un altro pianeta e guardare la Terra con distacco e sperare che tutto il petrolio finisca per rimanere al buio con le candele accese per sentire calore") che ci portano al robusto giro di basso che si intreccia all'arpeggio di chitarra elettrica in "Dipingi l'anima" ("Metti un punto di partenza per fissare le tue idee, una rotta lineare che attraversi le maree, un disegno essenziale, uno schema metrico, una trama verticale per scoprirmi libero").
Si prosegue con "Non una parola" ("Datemi segnali più chiari, perché la noia non rientra nei miei piani, datemi la carta per comunicare, voglio più libri da respirare") dove il pianoforte si sporca con l'elettronica, lasciando spazio alle venature prog con i lamenti della chitarra solista in "Verrà il giorno" ("Verrà il giorno in cui se Dio vorrà ci metteremo a pregare, questo Dio appoggiato alle reti, che non ha più niente da sacrificare, verrà il giorno in cui guarderemo il Novecento con romantica indulgenza, con l'oppio sovrano dell'indifferenza").
Sonorità etniche mischiate al funky per "Io cambio" ("Dai dimmi come fai di questi tempi a non sentirti offeso, tu da che parte stai con la legalità o scegli l'omertà di chi si è ormai arreso, io cambio adesso") ci proiettano verso la grondante acidità di "Tra frastuono e silenzio" ("Cercherò di non dimenticare tutto quello che ho scritto, tutto quello che ho potuto ascoltare, le mie parole devono volare, sulle ali del tempo, tra frastuono e silenzio").
Il finale è affidato alla delicata "Anima" ("Ci sono belle anime in corpo ridicoli e fotomodelle con anime orribili e fanghiglia d'anima dentro molti politici") con il testo di Stefano Benni, sostenuta dal pianoforte e dagli archi.
Caucino denuncia i mali della nostra società con una scrittura incisiva, raffinata e con arrangiamenti freschi, robusti, violenti, completamente lontani dall'atmosfera acustica del disco precendente "Morimmo Tutti d’Abbondanza" (uscito appena un anno fa).
Un grande ritorno per una delle voci più interessanti della musica d'autore italiana.
Exit è una vera via di fuga, è una boccata d'ossigeno dal torpore che ci circonda.
TRACKLIST La stessa storia Rimango solo L'amore addomestica (una volta sola) Dipingi l'anima Non una parola Verrà il giorno Io cambio Tra frastuono e silenzio Anima
Articolo del
23/03/2023 -
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