Dopo nove anni dal disco d'esordio e cinque da "Frenologia" con la band dei Magora, torna il cantautore lombardo Roberto Fedriga. Otto tracce con la coproduzione di Boris Savoldelli e la collaborazione musicale di Guido Bombardieri (clarinetto, sassofono), Dennis Rea (chitarra) Elena Troiano (voce) e Federica Tirelli (viola). Ad arricchire il booklet le suggestive fotografie di Alessandro Albert che sembrano uscire dal film "La pelle che abito" di Pedro Almodovar.
In apertura troviamo "La mia malattia" un breve strumentale con sax pianoforte che ci porta subito a "Il mio cane urla alle campane" ("Soffice respiro di neonato o distorsione spaziotemporale, gocce su un vetro appannato, degrado generazionale") dove si respira il clima musicale del disco con gli intrecci di viola, clarinetto, pianoforte e la voce di Elena Troiano.
Più mossa è "L'animale per attitudine più simile all'uomo" ("Mosca divorami in fretta, non aspettare che si fedda e non sentirti in colpa che l'anima è nera, più nera di te"), "Betulle" ("Il misero compenso è la collezione ambita di betulle pallide e lenzuola umide") invece ha qualcosa di pop, soprattutto nell'uso corale delle voci.
"Senza rintocco" ("Coppa d'oro vuota fino all'orlo, ore di gomma colme fino all'orlo, non sai più onorare il tuo volto, effimero schiavo ricordo ") è molto delicata, colorata da tastiere e percussioni , chitarra acustica e clarinetto tratteggiano "Ballata del tristo mietitore" ("Dalla tenda della doccia ho intravisto la falce del tristo mietitore c'è ho colto l'occasione per sfidare in singolar tenzone il mito dell'odio, la fede sterile, il vanto del nulla e la finta compassione").
Arpeggi pianistici e una viola sofferente rivestono "Ninna nanna" ("Questa notte ho serbato tra le dita il tuo odore, così le mie lacrime avranno sapore di te") , il finale di "Non mi assortiglio più" ("Sfiora tu tutti i tasti, ti segnerò quelli guasti, spezza in due l'ultimo dei ritagli, vuoi mai che poi si risvegli") è macchiato dalle tastiere, dai synth e dai virtuosismi vocali.
Un grandissimo ritorno per uno dei dischi più belli dell'anno.
Una scrittura potente, che squarcia le ferite della nostra anima, rivestita da un minimalismo musicale perfetto e vibrante. Fedriga canta con voce ipnotica i nostri mali come fosse un Verlaine , uno Jodorowsky dello spartito.
Un disco contagioso , incandescente come lava e puro come un diamante.
TRACKLIST La mia malattia Il mio cane urla alle campane L'animale per attitudine più simile all'uomo Betulle Senza rintocco Ballata del tristo mietitore Ninna nanna Non mi assortiglio più
Articolo del
17/05/2023 -
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