JackTea è il nome d'arte di Giacomo Toschi, cantautore romagnolo al suo debutto discografico con "Curiel. 45". Il titolo si riferisce all'indirizzo dell'appartamento dove ha vissuto i primi mesi della pandemia e ha composto le otto tracce che compongono il lavoro.
In apertura "Anni miei" ("Chissà dove sei, forse ti trovo negli sbagli miei, in quella vodka della sera prima, in quella bomba di prima mattina") con una base secca e funky scandita dal basso e dalla batteria, poi colorata da cori e chitarra elettrica, "Confessionale" ("Come sopportate, questo odio infame, la fogna dell'orrore comincia a traboccare, non la nutrire, tolleranza e amore come guarigione, per questa società malata terminale, che forse guarirà") ha una ritmica trascinante e l'inteccio dei fiati con l'hammond crea un sapore vintage.
Molto solare, con clavinet e belle aperture armoniche è "La prima volta" ("Lo a prima volta ad un concerto mi è sembrato chiaro che avrei trovato nella musica ciò che cercavo, un mondo pieno di colori e possibilità, lontano dall'ipocrisia e dalla crudeltà, lontano da quelluniversibche non mi appartiene, di amici finti che ti voglion solo se conviene, di pugnalate nella schiena e di falsità, di discussioni senza un briciolo di verità") , seguita dagli archi ostinati e dal piano elettrico che accarezzano "Charlie e le more" ("Un oceano di finte qualità, che confonde la tua identità e ti mette in conflitto con la verità e che chiude le porte ai tuo io che sarà").
"Addosso" ("Perché l'amore non è una canzone, che se la sbagli puoi ricominciare, non è neanche un cazzo di copione, che se la storia è brutta puoi cambiare il finale") si muove tra synth e arpeggi di chitarra elettrica, che nel finale esplode in virtuosismi, si ritorna al funky in odor di anni sessanta con "Pensieri in musica" (“il mio silenzio così glaciale da esibire al circolo polare, non era noia ma paura di sbagliareo la ricerca di qualcosa per stupire, un modo per cadere dentro me, un modo per vedere che cos’è, a stringermi lo stomaco ogni volta che ti devo parlare, a dirti che sei stronza per vederti reagire")
Tappeto di tastiere, archi e chitarra acida colorano "Dentro allo schermo" (Non ridi più di quella volta che sei caduto in mare, della bestemmia in chiesa la notte di Natale, di quando a Barcellona parlavi un po' latino, prima di vomitare sotto al motorino), chiude il disco "Va bene" ("la macchina corre, hai fretta di andare, nemmeno un momento per farmi sognare, ma tanto l’amore, lo sai, sa farsi aspettare, oppure ti investeancora prima di parlare") con le note singhiozzanti del sax soprano, rivestite di ritmiche trascinanti.
Un esordio veramente convincente quello di JackTea che dimostra di avere subito un proprio stile personale sia nel canto, nella scrittura e negli arrangiamenti.
Un disco fresco, piacevole, delicato, che ci fa ben sperare nel futuro di questo cantautore.
TRACKLIST Anni miei Confessionale La prima volta Charlie e le more Addosso Pensieri in musica Dentro allo schermo Va bene
Articolo del
15/02/2024 -
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