Uscito da poco (24 maggio 2024) per Uma Records, distribuito da Sony Music Italy, “DIN DON DOWN”, nuovo singolo degli Zebra TSO, un prodotto musicale che si fa notare per vari motivi: non solo per le influenze musicali variegate, che oscillano fra il rock e il punk, fra il rapcore e l’elettronica, ma perché è un pezzo crudo, che parla in modo diretto all’ascoltatore.
Le immagini che il pezzo musicale suscita in chi ascolta ben si accoppiano con la prima parte del nome del gruppo, appunto “Zebra”: niente compromessi, nessuna sfumatura, parole taglienti che si accompagnano con una musica altrettanto decisa a partire da quel particolare riff iniziale, prima dell’entrata della voce, che molto ricorda l’intro di “Eye of the tiger” dei Survivor.
Il riff apre la strada a un ritmo travolgente, quasi una tarantella, mentre la voce (Ivan Schiavina, unico membro della band del quale si conosca il nome) intona il cantato con parole serranti.
Spirito privo di compromessi e immagini vivide riempiono la parte testuale del pezzo, come quando Schiavina intona: "Bello fa male, balliamo insieme non mi giudicare // Cambia la pelle e le piume, ma fai che cazzo ti pare.”; parole crude, forse troppo, ma alla fine genuine nella loro espressione.
Dinamico e bello l’assolo di chitarra (probabilmente un basso con l’octaver), semplice melodicamente ma efficace, finalizzato a far rientrare la voce con “non ti giocare la faccia”, per proseguire poi con “Basta! Basta, la campana si è rotta, pronti per la botta DIN DON DOWN" fino alla fine del pezzo.
In definitiva un pezzo potente, ribelle, un brano rock che sembra essere una sfida totale contro il mondo, un’affermazione di individualità prepotente, con emozioni con colori violenti, senza compromessi. Da ascoltare e riascoltare.
Articolo del
20/06/2024 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|