In uscita il 4 ottobre 2024 per Blackcandy Produzioni, “Disco vivo”, l’ultimo album realizzato dalla cantante Sara Rados con il gruppo Progetti futuri (Michele Staino al contrabbasso, Sergio Zanforlin al violino, Gabriele Pozzolini alla batteria e alle percussioni) e la partecipazione straordinaria di Fabrizio Mocata al pianoforte.
Cantautrice fiorentina con sangue croato e partenopeo, Sara Rados ha un percorso musicale davvero variegato, con esperienze molto diverse fra loro, dal punk alla lirica, dal jazz alla composizione, cosa che ben traspare dai pezzi di “Disco vivo”.
In quest’ultimo lavoro, la cui emblematica copertina è stata disegnata insieme alle grafiche dei singoli brani e dell’intero album da Michele Staino, disegnatore oltre che contrabbassista e figlio del noto Sergio Staino, Sara Rados racchiude un’esperienza di vita.
Come lei stessa dice: “Disco Vivo è un’ossessione che ho trasformato in realtà mettendoci un sacco di tempo, paura e fatica. Per questo, vada come vada, gli voglio bene: è un pezzo della mia vita.”.
Si tratta di dieci pezzi, con significati molto forti, apparentemente non legati fra loro sia per stile che per contenuti, in realtà tenuti fortemente insieme dal filo logico esperienziale di Sara. Nel primo, “La Gente alla fine”, l’intro del violino utilizzato quasi come una chitarra diviene una sorta di dialogo con la voce della cantante, aprendo poi la strada al contrabbasso e al pianoforte a denotare un pezzo sostanzialmente jazz. Le iniziali oscillazioni di ottava del canto indulgono fra la malinconia e il sarcasmo, fra il concreto e il surreale, mentre una riflessione profonda e amara prende campo grazie all’entrata di contrabbasso e pianoforte e alla loro abile concertazione, per poi riprendere il successivo duetto fra voce e violino, questa volta suonato con l’arco.
“Tuttigiorni” rileva per le armonie particolari eseguite inizialmente da Sara con la chitarra, accordi che cambiano solo nel basso suggerendo così all’ascoltatore l’idea del procedere, seguiti dal violino e dal contrabbasso che partono all’unisono per poi dividersi. Chi ascolta ha la sensazione di una conversazione che traccia quadri di vita posizionati in modo trasversale rispetto alla dimensione temporale, sfociando infine in un lirismo corale grazie alle voci del violino e del contrabbasso che letteralmente tagliano l’aria.
Vere e proprie immagini che scorrono in “Gli avanzi della festa”, scansionate dagli accenti del contrabbasso e poi delle percussioni e quindi del pizzicato del violino, con la voce di Sara che abilmente conduce l’ascoltatore all’ascolto di un pezzo che vagamente richiama ritmi latini.
In “Bandiere Sporche” una voce falsata tratteggia l’Inno nazionale, usandolo come spunto polemico per una serie di interrogazioni sul tempo che stiamo vivendo, partendo da un momento intimista passando per un crescendo dando sempre più corpo a un pezzo che si può definire un folk dolce e disperato.
Si passa poi a “Sono un Ribelle Mamma”, originalissima interpretazione del pezzo degli Skiantos spostata però sul versante classico, con un’enfasi particolare nell’accostamento voce e strumenti, un pezzo un po’ diverso dal rock demenziale tipico degli Skiantos, forse più vicino alla comedy rock inglese e che nell’interpretazione di Sara Rados e Progetti Futuri diviene un nuovo piccolo capolavoro, più melodico, con l’inserimento di un pathos che nel pezzo originale si nota meno.
“Sogni”, quasi una fiaba musicale, con ritmo accentato, è in realtà la storia della formazione di Sara, iniziando con l'infanzia per passare dall'adolescenza e arrivare fino all'età adulta. L’ascoltatore viene incalzato dal ritmo e dalla voce fino all’improvvisa chiusura finale.
Sembra inizialmente una ballade il pezzo “Specchio”, con il ritmo scandito da un pizzicato di violino particolare insieme ad altri suoni, una ballade che però si tramuta quasi in un paso doble, mentre si ascolta una sorta di parlare a se stessi sulla trama di una melodia ripetuta e variata.
“La Mattina” è un pezzo che ricorda, per come è strutturato il canto, con parole veloci accompagnate dallo spasmodico accompagnamento di chitarra della stessa Sara, il teatro canzone di Giorgio Gaber, grazie a una melodia incespicante e alle parole che oscillano fra il serio e il faceto, ma che in realtà manifestano profondità di pensiero mentre le strane modulazioni richiamano al crudo blues dell’epoca del Delta.
Un valzer sinuoso e indugiante “Groviglio”, dove la voce di Sara, dopo aver invocato la Madonna dei pazzi, va a descrivere il proprio mondo interiore mentre le sonorità vanno via via crescendo.
Infine in “Firenze, gli Occhi di Aprile” la cantante, abilmente accompagnata dai musicisti, parla di ricordi, delle proprie origini, della propria vita, una riflessione interiore che da una fase musicale più intima via via si apre alla coralità.
L’album è un prodotto musicale di alta qualità, con performance musicali impeccabili, piacevole all’ascolto, caustico e cangiante, da ascoltarsi e riascoltarsi appunto come un “disco vivo”.
TRACKLIST 1. La gente alla fine 2. Tuttigiorni 3. Gli avanzi della festa 4. Bandiere sporche 5. Sono un ribelle mamma (Skiantos) 6. Sogni 7. Specchio 8. La mattina 9. Groviglio 10. Firenze, gli occhi di aprile
LINE UP: Sara Rados (voce, chitarra), Michele Staino (contrabbasso), Sergio Zanforlin (violino), Gabriele Pozzolini (batteria e percussioni), special guest Fabrizio Mocata (pianoforte)
Articolo del
04/10/2024 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|