Un doppio concerto da incorniciare tra i più memorabili. Di quelli che metti da parte nei tanti cassetti della memoria, per poi dargli nuova vita attraverso il ricordo di quella scintilla, di quell’unione tra talento ed energia che in una serata d’inizio agosto sprigionò la propria magia all’interno di un luogo unico come la Casa Del Jazz di Roma.
Di Matteo Mancuso (chitarra) conoscevo colpevolmente solo il nome, dunque ascoltarlo per la prima volta live, in trio con Stefano India (basso) e Giuseppe Bruno (batteria), è stata per me un’autentica rivelazione. Giovanissimo virtuoso delle 6 corde, Matteo si destreggia abilmente in un fraseggio spesso veloce che mette in luce tutte le qualità tecniche del suo stile, il quale non prevede l’utilizzo di alcun plettro.
Non sorprende dunque scoprire come il ragazzo sia stato più volte acclamato e vincitore, tra borse di studio al Berklee College of Music di Boston (ottenuta nel 2017 ad Umbria Jazz), sino ad arrivare ad apprezzamenti espressi nei suoi confronti da alcune leggende della chitarra come il grande Joe Bonamassa. Il suono del trio va a scandagliare i meandri di quell’infinito e caleidoscopico genere che è la fusion, in un continuo rimbalzo tra classicismo e suadenti riflessi di un futuro prossimo.
Si percepisce l’innato estro creativo di questi ragazzi, ciononostante traspare anche un sincero legame d’amicizia, fatto di divertimento e scherzi, come quando ad esempio Stefano e Giuseppe improvvisano brevi interludi musicali, come il tema dell’“Underground” di Super Mario, mentre Matteo accorda il suo strumento nella breve pausa che intercorre tra i brani.
Il pubblico (compreso ovviamente chi scrive) vorrebbe non lasciarli andare, ma il tempo è tiranno, e dopo il bis i tre lasciano spazio alla seconda esibizione della serata.
Sara Jane Ceccarelli sale sul palco accompagnata dal fratello Paolo (chitarra) e da quelli che sono gli amici e musicisti che da lungo tempo la seguono nel suo percorso artistico: Edoardo Petretti (piano/tastiere/fisarmonica/cori), Matteo Dragoni (batteria/drum machine/percussioni), Giacomo Nardelli – basso elettrico, Lorenzo De Angelis (chitarra acustica/cori). Da poco tornata sulle scene grazie all’album “Milky Way (Short Stories Between the Earth and Stars)” , uscito su etichetta Parco della Musica Records, la cantante italo-canadese ne ripropone le molteplici contaminazioni di genere insieme a qualche estratto dal suo primo album, “Colors”, datato 2016.
Pezzi come l’incipit del nuovo disco “I Forgot Love”, già splendidi in sede d’incisione, acquisiscono dal vivo una vividezza ed un’intensità inedite. L’eccezionale interplay che intercorre tra i diversi musicisti (con particolare e naturale enfasi verso suo fratello Paolo) contribuisce ampiamente al successo di questo processo di “mediazione” tra album e live, lasciando gli spettatori piacevolmente coinvolti e prodighi d’applausi.
E poi c’è la voce di Sara, a guidare con splendido carisma il suono poliedrico di questa musica che parla gli infiniti linguaggi musicali del mondo: jazz, pop, folk, reggae e tanto altro. Sul finire la Ceccarelli invita Matteo Mancuso a salire sul palco in un’ultima, elettrizzante, esibizione d’insieme. L’epilogo a questo narrare è presto detto: comprate il prima possibile “Milky Way” e poi, una volta assorbitene le innumerevoli sfaccettature sonore, fiondatevi online e cercate la prossima e più vicina data in programmazione.
Sara Jane ne sarà orgogliosa e così voi dopo averla ascoltata, finalmente dal vivo.
Articolo del
07/08/2021 -
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