(Foto di Viviana Di Leo)
Prima mondiale di “Relative Calm”, lo spettacolo di danza moderna ideato dalla Change Performing Arts , la struttura produttiva che da oltre quaranta anni lavora insieme a Robert Wilson, geniale regista che nell’occasione si è dedicato all’allestimento dello spazio scenico, alla scelta dei video e delle luci.
La coreografia delle tre parti simmetriche in cui era articolato lo spettacolo è stata invece affidata a Lucinda Childs, artista seminale, storica collaboratrice di Wilson, fin dai tempi di “Einstein On The Beach”. Tema centrale della “performance” la rivisitazione di due coreografie della Childs , rispettivamente “Rise” del 1981 , con musiche di Jon Gibson, e “Light Over Water” del 1985 , con musiche di John Adams, alle quali è stata aggiunta una creazione del tutto nuova come l’adattamento di “Pulcinella Suite” , del 1922, originariamente composta da Igor Stravinsky. Questa parte del progetto vede il coinvolgimento del Parco della Musica Contemporanea Ensemble, diretto da Tonino Battista. I dodici danzatori sul palco, attentamente selezionati da Lucinda Childs, sono parte integrante dell’MP3 Dance Project di Michele Pogliani. Musica d’ambiente e stilemi propri della musica classica si intersecano e danno forma ad una sorta di nuovo linguaggio, di carattere visionario, in linea con la creatività infinita di Bob Wilson, non nuovo a sperimentazioni nel campo delle arti visive e musicali.
Ma a tanta genialità non viene mai meno il rigore, espresso dalle movenze e dai corpi dei giovani danzatori, impegnati nella rappresentazione di una esperienza spazio temporale piuttosto complessa. Sonorità minimali, ripetitive ed avvolgenti, accompagnano un incedere onirico dei movimenti, quasi come se i danzatori fossero sotto ipnosi. C’è una inquietudine di fondo nella “Calma Relativa” dei quadri concepiti da Wilson e dalla Childs. La concezione del tempo è sempre stata soggetta alle circostanze, a contingenze diverse, che giustificano il concetto di “relativo”. Ma è anche vero che il tempo e lo spazio non possono esistere uno senza l’altro e che la musica è quello strumento che li tiene insieme in un modo forse unico, insuperabile. Nasce da qui l’idea di Bob Wilson, la sua nuova sfida: quella di concepire tutti i momenti del tempo in un “unicum” e fare in modo che il continuo “divenire” si trasformi in un “essere”.
Arte visuale e scelte musicali concorrono alla realizzazione di questa “compresenza”, da vivere interiormente, più che da pensare in modo concettuale. Da sottolineare inoltre l’asciutto monologo di Lucinda Childs intitolato “Description (of a Description)” e tratto da un testo di Susan Sontag. Lo spettacolo è stato prodotto dalla fondazione Musica per Roma, insieme al Teatro Comunale di Bologna e al Teatro Garonne di Tolosa.
Articolo del
21/06/2022 -
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