Direttamente dalla terra di Albione sono arrivate tre proposte musicali a scaldare gli animi e il palco del Monk, con una interessante formula da mini festival, da piccola rassegna musicale, con la possibilità di acquistare un biglietto per un singolo concerto (Joe Gideon / King Hannah o The KVB) oppure un full pass per tutti i live.
JOE GIDEON
Ad aprire le danze ci pensa il songwriter Joe Gideon, imbracciando la sua chitarra e alternando con la voce parti cantate a frammenti recitati, in un flusso di parole intime e opache. Tutto il live è immerso in sonorità che spaziano dall'alt rock all'indie, attraversando anime più bluesy, senza tralasciare il post-punk tanto caro al suo progetto precedente con la sorella Viva Seifert, i Joe Gideon & The Shark.
Ad accompagnarlo sul palco c'è John J. Presley, muovendosi tra synth, seconda chitarra, basso e tastiere, mentre l'intero concerto acquisisce via via grande forza e fascino, brano dopo brano.
KING HANNAH
Il peregrinare tra i suoni continua poi caldo, suadente e luminoso con i King Hannah, e con il loro sound che sa di istantanee americane, di raffinate polaroid soniche e di impronte Nineties. Dal vivo la resa dei brani è ancora più incisiva e penetrante. C'è l'eleganza e la forma ruvida delle note, come la voce di Hannah Merrick, come il suo vestito rosso, quello del video di “Big Swimmer”, e le sue adidas gazelle. Lei sa ammaliare semplicemente con la leggerezza tenue e sussurrata delle sue movenze e delle sue parole, con una sensualità semplice e magnetica, tra le luci rosse e blu e il fumo che invade la sala del Monk.
Le morbide linee vocali si mescolano a muri di feedback e distorsioni e Craig Whittle riesce sapientemente a dipingere un suono potente, con la sua chitarra Anni Novanta, ora densa ora dilatata, e gli effetti obliqui ed eterei. La solida sezione ritmica, Conor O’Shea al basso e Jake Lipiec alla batteria, arricchisce poi di altre sfumature l'intero live.
La setlist pesca dall'ultimo lavoro della band, “Big Swimmer”, partendo con le distese ritmiche di “Somewhere Near El Paso” l'aggiunta di “Go Kart Kid (Hell No!)” e “Crème Brûlée” e due cover: “State Trooper” di Bruce Springsteen e “Blue Christmas” di Doye O'Dell.
THE KVB
Con i The KVB ci si sposta verso lande più oscure, inseguendo macerie post-apocalittiche e ruderi elctrowave dalle trame Eighties. In questo universo dark, tra visual frattali, caledoscopici e geometrici, bassi che pulsano dalle viscere della terra e spettri sonori, il pubblico si lascia ipnotizzare da questo sound che alterna visioni cinematiche ad allucinazioni cyberpunk, plumbei scorci sintetici a glaciali avanguardie minimaliste.
I synth e le tastiere di Kat Day e la chitarra pregna di effetti di Nicholas Wood dialogano con maestria tra loro, e l'intreccio vocale tra i due crea una suadente forma melodica che scava sulla superficie del magma sonoro. Il live dei KVB è la fotografia di una metropoli abbandonata, stratificata nell'immensità del suono stesso, dove freddezza aliena ed energia tutta da ballare sono in grado di creare veri e propri mondi paralleli.
I brani in scaletta catturano un po' tutta la discografia della band, con pezzi dall'ultimo “Tremors”, da “Always Then”, passando per “Never Enough” da “The Black Sun” e anticipando anche due tracce che saranno presenti nel prossimo album.
Una serata intensa in cui la dimensione live diviene un vero e proprio viaggio ammaliante e ipnotico tra sonorità diverse, passando da una sponda all'altra del suono.
King Hannah Setlist:
Somewhere Near El Paso The Mattress Milk Boy (I Love You) Go-Kart Kid (Hell No!) John Prine on the Radio Suddenly, Your Hand New York, Let’s Do Nothing Davey Says State Trooper (Bruce Springsteen cover) Crème Brûlée Encore: Big Swimmer Blue Christmas (Doye O’Dell cover)
The KVB setlist: Tremors Captives Always Then Labyrinths Awake Structural Index Unbound Unité Overload Deep End Never Enough Hands Shadows From Afar Above Us On My Skin Medication (The Standells cover) Dayzed
Articolo del
10/12/2024 -
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