Assistere a un concerto degli Zu è come vivere una sorta di rituale atavico, tra le viscere della terra, perlustrando gli abissi, il caos e la quiete, le alture sonore corrose dal suono stesso, mentre la natura pulsa, vibra tra fiumi strumentali liberi, rocce jazzcore, oceani noise, arcaiche colline tribali, onde industrial e hardocre che deflagrano tra loro.
La gremita sala del Monk sembra così traslata in un spazio - tempo indefinito e ancestrale, tra i vagiti di un universo altro in cui le frequenze sonore si fondono tra loro in una sorta di oscillazione energetica collettiva e universale.
Ad aprire la serata ci pensano i Deflore, con il loro approccio sensoriale potente e synth-etico, Distorsioni industrial fuse a fluidità elettroniche e a epiche oscurità metal, tra strumenti e sintetizzatori, generano un incastro tagliente di sensazioni, ora più crude e fisiche, ora più intime e sospese, nel magma sonoro deflagrante e incalzante.
Il live degli Zu inizia quasi sulle note di un tappeto zen, per poi dare spazio alle esplosioni fragorose. Sperimentazione e improvvisazione, intensità ed energia, groove perpetui, distorsioni potenti, mantra reiterati su coscienze sonore edificano un'esperienza fisica e spirituale, nel flusso dinamico e incessante di una robusta tempesta di suoni. Il basso di Massimo Pupillo dipinge stratificazioni melodiche su maree di distorsioni, il sax baritono di Luca Mai urla e martella e il drumming di Paolo Mongardi è feroce e primordiale. Il dialogo tra gli strumenti annichilisce e coinvolge, muovendosi sapientemente nel turbine, caotico e controllato al contempo, delle armonie con forza irrefrenabile.
La setlist parte con Pantokrator e poi prosegue senza pause fino a Chthonian, passando per Goodnight, Civilization; The Unseen War; Rudra Dances Over Burning Rome; Cortar todo; No pasa nada; Conflict Acceleration; Erinys e Obsidian. L'encore è affidata a Carbon; Beata Viscera; Axion e Vantablack Vomitorium.
Mircea Eliade nel suo libro “Lo Sciamanesimo e le tecniche dell'estasi” scrive che: “Lo sciamano è il grande specialista dell'anima umana. Lui solo la vede, perché ne conosce la forma e il destino.” Il suono degli Zu dal vivo riesce a dare forma e tensione a questa visione, come in una sorta di viaggio sciamanico, esplorazione dei più arcaici e ameni meccanismi della mente, in cui il destino sonoro, la frenesia del disordine e la pace della psiche giacciono tutte insieme nel qui e ora e nell'altrove, aprendo un varco verso nuovi orizzonti inesplorati che divengono anima globale.
Setlist: Pantokrator Goodnight, Civilization The Unseen War Rudra Dances Over Burning Rome Cortar todo No pasa nada Conflict Acceleration Erinys Obsidian Chthonian Encore: Carbon Beata Viscera Axion Vantablack Vomitorium
Articolo del
22/01/2025 -
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