In passato, durante i viaggi in macchina con la famiglia, si faceva a turno per la musica da sentire (consuetudine tuttora in uso) e il CD di Alberto Bianco “Guardare per aria” finiva spesso nel lettore.
Nell’ambito di una selezione comprendente sigle dei cartoni animati e artisti quali Undertones, Smiths, Ramones, Beatles, La's e l’album “Lucio Dalla” del 1980 il sottoscritto storceva un po’ il naso davanti a quell’opera: una raccolta di canzoncine, con qualche pezzo gradevole.
Evidentemente non erano canzoncine.
Non quelle ascoltate stasera al Monk in occasione del decennale dell'uscita dell'album, in arrangiamenti più intimisti, o che, al contrario, hanno reso più vigorose le composizioni.
Sul palco, una band impeccabile che con bravura e simpatia ha stabilito subito un’intesa profonda con i presenti.
Il trasporto delle interpretazioni, il suono spesso elettrizzante e avvolgente, l'affiatamento tra i musicisti, i sorrisi radiosi, le battute tra un brano e l'altro, gli abbracci scambiati sono stati quasi toccanti.
Difficile rimanere impassibili, anche se non si era fan dell'artista, di fronte alla gioia autentica e all’entusiasmo contagioso mostrati nell’offrire i propri brani a un pubblico caloroso che spesso ne conosceva i testi a memoria.
Numerosi i momenti da ricordare: “Quello che non hai”; la lunga introduzione e l’interazione di basso, batteria e chitarra elettrica in “Drago”; “Filo d'erba” e “Ciao amica”, con ospiti Luca Carocci e Roberto Angelini; la grazia e la vivacità di “30 40 50”; i ritmi in levare di “Morsa” e “Le stelle di giorno”; le dilatazioni psichedeliche e il crescendo energico di “La strada tra la terra e il sole”; la dolcezza di “Una Somma Di Piccole Cose”, con Niccolò Fabi; la sobrietà acustica di “Mela”; la ballata “Splendidi” e, soprattutto, l’intensità incantevole di “Aeroplano” e “Corri corri”, vertici di un concerto davvero emozionante.
(la fotografia è di Francesca Cavallini)
Articolo del
06/03/2025 -
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