Tornano a Roma dopo due anni, e per la prima volta in assoluto alla Casa del Jazz, i Yellowjackets, leggendaria band americana in attività dal lontano 1977 e sempre un passo avanti rispetto ad altri gruppi nella ricerca di sonorità nuove e di ambientazioni musicali diverse.
Uno show gustoso e come sempre molto coinvolgente, grazie ai continui cambiamenti di ritmo e alle diverse soluzioni armoniche che i Yellowjackets sono ancora in grado di proporre. Un “live act” per palati raffinati e per cultori di musica “fusion”, una miscela che guarda oltre il jazz e accetta contaminazioni con il blues, con la musica soul e con il funky.
La “line up” è quella degli ultimi tempi e prevede l’italo-americano Russell Ferrante, al pianoforte e alle tastiere (da 47 anni nel gruppo), Bob Mintzer, al sax tenore e al sax soprano (da 45 anni nella band), Will Kennedy, alla batteria (da 40 anni nella formazione) e l’ultimo arrivato Dane Alderson, al basso (nella band da appena 10 anni). Un “ensemble” quanto mai longevo, un suono compatto, un gruppo affiatato che ha saputo offrire uno show a carattere elettro acustico, carico di tensione espressiva ma che al tempo stesso è risultato incredibilmente godibile.
Abbiamo ascoltato dal vivo brani tratti da “Fasten Up”, l’album più recente, il ventisettesimo disco della loro lunga carriera, titoli come “An Interesting Dream”, “The Truth Of You” e la bellissima “The Lion”, una composizione altamente melodica, ispirata al “latin sound”. Non sono mancate citazioni da dischi come “Parallel Motion”, è stato il caso di “Intrigue”, come “Greenhouse”, con il brano omonimo, e come ”Raising Your Voice”, dal quale è stata tratta l’iniziale “Man Facing North”.
Un concerto che ha lasciato senz’altro un’impronta positiva sul pubblico presente in sala che, al termine dell’esibizione, ha affrontato la pioggia battente con il sorriso e con ritrovata energia.
SETLIST
Man Facing North An Interesting Dream Statue Of Liberty The Truth Of You Greenhouse The Lion Intrigue
Articolo del
22/05/2025 -
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