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Town Of Saints
Something To Fight With
2013
Snowstar Records
di Alessandro Basile
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L’etichetta fiamminga Snowstar Records pubblica il primo vero disco in studio dell’eclettico e talentuoso trio dei Town Of Saints. ”Something To Fight With” è di fatto l’album d’esordio per una band che, fondata a Groninga dall’olandese Harmen Ridderbos e dalla finlandese Heta Salkolahti, aveva già avuto modo di far parlare molto bene di sé in patria (e quindi nei Paesi Bassi) grazie alla produzione di due Ep usciti a distanza ravvicinata, ovvero nel 2011 e nel 2012. Va da sé che con “Something To Fight With” la questione inizi dunque a farsi seria e intrigante. L’aver potuto realizzare un disco con un più nutrito numero di tracce rispetto al passato (undici per l’esattezza) ha permesso a questo valido gruppo nordeuropeo non solo di mettere tanta – e diversa – carne al fuoco, ma anche e soprattutto di dar vita ad una raccolta di canzoni quanto mai eterogenea e calibrata, bilanciata, capace cioè di far comprendere agli ascoltatori tutta l’inventiva e la poliedricità di un progetto che, oltre ai già citati Ridderbos e Salkolahti, può contare anche sulla non indifferente sensibilità musicale del batterista Sietse Ros. Ma che disco è “Something To Fight With”?. Verrebbe da definirlo un Lp caratterizzato sia da un’evidente matrice folk, o comunque acustica, sia da un’elevata componente indie, determinante per dare un tocco abbastanza moderno ed attuale ai pezzi in esso racchiusi. Ecco allora che all’interno del disco sia davvero facile incappare in frangenti di delizioso chamber pop, specialmente quando a salire in cattedra sono tanto il violino quanto le chitarre. I riferimenti musicali sono molteplici. Questo perché capita infatti di riscontrare varie influenze: nei suoi quaranta minuti complessivi del resto sono ricorrenti le analogie con il sound e con le soluzioni stilistiche adottate e sviluppate negli anni da progetti importanti quali Neutral Milk Hotel, Belle And Sebastian, Arcade Fire e Noah & The Whale.
Parte in maniera molto dinamica ed energica il disco: Stand Up, con il suo ritmo assai acceso e vibrante, risulta essere in effetti una più che discreta opening-track. Trapped Under Ice, seconda canzone in scaletta, lascia intravedere più di un legame con i sopracitati Noah. Trattasi di un pezzo sicuramente ben costruito, capace di prendere quota con il passare dei minuti attraverso delle interessantissime progressioni chitarristiche. Se in Direction il dolce arpeggiato elettrico lascia man mano spazio a dei pregevoli fraseggi di violino e ad un lodevole agglomerato di suoni corposi che vanno poi ad affievolirsi soltanto nei secondi finali, in Euphrates la band sembra invece sbilanciarsi notevolmente verso una musica popolare d’altri tempi: qui la connotazione esteuropea è inequivocabile. Difficile descrivere poi la geniale struttura che caratterizza la bellissima Going Back In Time, traccia che si apre in maniera molto lineare e soffusa per poi esplodere e prendere vigore nella seconda parte (qui è obiettivamente preminente il marchio di fabbrica degli Arcade Fire). Discorso leggermente diverso per la successiva Dress Up The Night, in cui l’arrangiamento resta sostanzialmente scarno anche nelle battute conclusive. Something To Fight With prosegue poi con altri pregevoli episodi quali Easier On Paper, la title-track, Carousel (il primo singolo estratto dal cd), New Skins (in cui c’è posto anche per un’affascinante pedal steel) e la conclusiva Stand Up – Part II. Difficile immaginare un esordio migliore per i Town Of Saints. In questo album c’è tanta qualità, nonché una non indifferente dimestichezza con gli strumenti e con i suoni da parte dei tre membri del gruppo. Sentiremo parlare molto dei Town nel nostro Paese già nel corso del prossimo inverno, soprattutto dopo che questi ragazzotti saranno passati in Italia per presentare al pubblico le undici canzoni contenute in un onesto e più che valido progetto discografico.
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//www.youtube.com/embed/TaRoRhiJEvw
03/11/2013 -
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