Non hanno impiegato troppo tempo Ilaria Graziano e Francesco Forni per dare un seguito ideale all’incantevole From Bedlam To Lenane, album rilasciato nella prima parte del 2012 per NovAntiqua/Goodfellas. Registrato in casa sul finire della passata estate e nei negozi dal 5 dicembre, Come 2 Me rappresenta il secondo capitolo ufficiale dell’intrigante percorso artistico recentemente intrapreso dal fenomenale duo campano (ma romano d’adozione). Missato da Daniele “Il Mafio” Tortora e masterizzato da Daniele Sinigallia, questo nuovo Lp racchiude al suo interno undici bellissime canzoni inedite.
Trattasi di composizioni molto variegate a livello di genere ma, al contempo, incredibilmente complementari per quanto concerne lo stile e capaci quindi dare vita ad un’opera assai omogenea e coerente. Coerente è del resto il sound, privo di eccessivi orpelli eppure pieno e robusto nella sua voluta, ricercata essenzialità. Insomma, considerando che l’elettricità è di nuovo pressoché assente, si intuisce fin da subito quanto l’approccio appaia abbastanza analogo a quello che contraddistingueva From Bedlam To Lenane. Non a caso gli strumenti utilizzati per incidere i pezzi sono grosso modo gli stessi impiegati due anni fa: chitarra acustica, ukulele e percussioni. Stavolta però si registra l’inserimento di banjo (presente nella maggior parte delle tracce) e stomp box.
Cosa colpisce di questo lavoro? Di sicuro lo spessore delle canzoni stesse, figlie di una sintonia autoriale sempre più consolidata e di una creatività semplicemente sbalorditiva. Come 2 Me non è soltanto un disco intriso di meravigliose musiche ed atmosfere. Sono anche e soprattutto i testi a fare la differenza e a dare quindi la sensazione che la qualità della scrittura della Graziano e di Forni non sia eccelsa solo ed esclusivamente sotto l’aspetto compositivo/musicale. Insomma, questi due artisti hanno ispirazione e idee da vendere. Tutto ciò spiega allora l’eleganza, la compattezza, la profondità, la sensibilità e la potenza di Come 2 Me. C’è poco da fare dunque: siamo di fronte a un discone. Discone che si apre in maniera magistrale con Filibusteria, pezzo ammaliante tanto per le liriche quanto per l’arpeggiato incalzante di banjo e capace di salire d’intensità nel finale senza per questo smarrire raffinatezza e sontuosità. Favolosa è pure la successiva Come, altra canzone che dopo una partenza quieta tende a velocizzarsi progressivamente attraverso ritmi che nello sviluppo si fanno via via sempre più concitati. Anche Io sono, primo singolo estratto dal cd, manifesta energia e freschezza. Quando si arriva a Is This The Time, deliziosa composizione dal sapore country, gli scenari sembrano mutare improvvisamente e così si ha come l’impressione di essere catapultati in un’immensa prateria del South Dakota baciata da un tiepido sole primaverile. La quinta traccia in scaletta è Giardini di rose: qui dolcezza e magia sono straripanti, e infatti la canzone folgora e affascina al primo colpo, tant’è che per un attimo ci si rifiuta quasi di andare avanti con l’esplorazione del disco. Tuttavia la successiva Il giro dell’oca lascia ben intendere che in realtà valga invece la pena arrivare fino alla fine. Caratterizzata da un piglio manouche sulla falsariga di Blue Venom Bar e On Y Va (precedenti creazioni dal sapore reinhardtiano di Mr. Forni), Il giro dell’oca si staglia in men che non si dica attraverso un andamento irresistibile che sa di balera. Geniale e delirante è il testo, spettacolare il solo di banjo nella parte conclusiva. Hand In Hand stempera con assoluta discrezione la frenesia originata proprio da Il giro dell’oca: piccolo capolavoro. Dove siamo sembra essere la sorella de La strada (una delle canzoni più acclamate di From Bedlam To Lenane), ma è tutt’altro che un copia e incolla: gioiellino. Poi si arriva a Cavalli selvaggi, e sono solo brividi. I versi struggenti sembrano omaggiare le pellicole western di Sam Peckinpah, King Vidor e Arthur Penn. Il risultato è semplicemente strabiliante. La percezione di trovarsi di fronte ad una canzone strepitosa e d’altri tempi è davvero forte: chapeau.
Chiudono la raccolta in maniera più che dignitosa Red & Blues e la ninnananna Chiudi gli occhi. In quest’ultima traccia troviamo tra l’altro gli unici due ospiti di Come 2 Me: il fisarmonicista Matteo Scannicchio e il violinista Andrea Ruggiero.
Cos’altro aggiungere? Niente. Al massimo si può rimarcare l’assoluta bellezza, l’inequivocabile purezza di questo album. Ovazione dunque per i due artefici di tale meraviglia.
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