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Chissà che avrà pensato Vardan Saakian, descritto nella biografia ufficiale degli Inflikted come un incredibilmente disciplinato e diligente studente ucraino dello Swedish Royal Institute Of Technology di Stoccolma, una volta resosi conto del guaio in cui lo stavano per cacciare Mikael Karlsson e Fredrik Gard, due pazzoidi tutti birra e old school metal con il fermo obiettivo di mettere in piedi una band di quelle vecchio stampo, sangue e sudore, in grado di tenere testa ai mostri sacri del settore, Kreator, Testament e compagnia bella. Hai detto niente. Fatto sta che il timido e abbottonato studente reclutato dai neonati Inflikted maneggia quella chitarra con la destrezza dei grandi dei dorati anni ’80, e del resto quando si tratta di metal la Svezia raramente delude. E così ecco che ci troviamo per le mani una band che sa il fatto suo, si muove bene tra thrash, death e hard rock, ci mette passione e promette di macinare parecchia strada. Sin da Corporate Slut è subito chiaro che gli Inflikted non sono solamente una band diretta e veloce, che punta tutto sul riffing rapido e aggressivo e sulla giusta attitudine, ma hanno anche una certa propensione per una composizione non proprio cruda ed essenziale: conoscono le proprie potenzialità come musicisti, le sfruttano bene e i brani risultano apprezzabili anche da un punto di vista strettamente tecnico. In Dictocracy si insinuano influenze crossover, in parte rintracciabili anche nella successiva, massacrante Dual Personality. Heavenly Warfare è incastonata su un giro di basso insano. Infernö inizia con un bell’arpeggio di chitarra che si proietta in un riffing sporco, distorto e in un cantato recitato e agghiacciante che a me personalmente ha ricordato molto Deviance degli Slayer; solo verso la metà il brano dispiega tutta la sua reale potenza distruttiva, si rivela comunque una delle track più interessanti dell’album. Metal Fatigue è un potente intermezzo strumentale in cui gli Inflikted confermano la propria capacità di gestire anche pezzi molto lunghi e potenzialmente ostici senza cali di tensione. The Art Of Hatred punta tutto su riff supersonici, spaccaossa, che non lasciano un attimo di tregua, e su un assolo che è pura follia, con un sapore old school che piacerà ai fan dei primi Motörhead, Venom, Sodom e simili. Abbiamo poi un’accoppiata che si candida a diventare il vero cavallo di battaglia della band svedese, ovvero Truck Drivers Journey più Tyger … E davvero, niente di quanto si possa scrivere in poche righe di recensione può prepararvi per questo muro di fuoco di thrash-death di razza, che traghetta verso la conclusiva, sorprendente e oscura Wrath Of The North. Qualora abbiate intenzione di iniziare un altro anno all’insegna del metal spinto e bastardo, gli Inflikted vi faranno scapicollare in misura adeguata … Have a fuckin’ metal 2014!!!
Tracklist: Corporate Slut Dictocracy Dual Personality Heavenly Warfare Infernö Metal Fatigue The Art Of Hatred Truck Drivers Journey Tyger Wrath Of The North
Mikael Karlsson – Voce, basso Fredrik Gard - Batteria Vardan Saakian - Chitarra John Michael Haugdahl – Chitarra
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