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Pontiak
Innocence
2014
Thrill Jockey Records
di Giuseppe Celano
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Innocence è il nuovo parto dei fratelli Carney, il settimo disco dopo Echo Ono. Non ha niente da invidiare al suo predecessore, anzi lo eguaglia nella compattezza dei suoni e nel minutaggio contenuto. Lo supera con idee scintillanti, forti di una componente psichedelica che ormai i Black Angels, ma non solo, possono solo sognare.
Seppur non il loro migliore lavoro, Jannings, Van e Lain dimostrano di aver trovato il giusto equilibrio fra l’ostentazione dei muscoli e il fianco scoperto. Registrato nel casolare di famiglia, il disco rilascia pura violenza sonica punk nell’approccio ma con direttive precise nel pieno rispetto delle regole dell’hard-rock psicotropo. Tutto questo trova terreno fertile nell’opener Innocence: basso killer pulsante e rifferama in omaggio a Jon Spencer, mentre nella successiva Lack Lustre Rush spunta il fantasma di Iggy e delle sue tartarughe impazzite. Chiude questo primo trittico Ghosts, mix micidiale di atmosfere fra primi (quelli validi) Q.O.T.S.A. e Fugazi.
Le cose si distendono in It’s The Greatest, perfetta soundtrack per quelle scene strazianti di cui il cineasta Michael Mann è maestro indiscusso. Noble Heads e Wildfires continuano sullo stesso climax, in realtà le due ballad sono un cavallo di troia per superare le difese dell’ascoltatore e sferrare un attacco mortale al suo sistema nervoso attraverso le picconate zeppeliniane di Surrounded By Diamonds e il wah-wah hendrixiano di Beings Of The Rarest.
Non credo serva altro per farvi correre ai ripari.
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27/01/2014 -
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