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Un viaggio nelle verdi brughiere inglesi, quando un raggio di sole squarcia il cielo grigio e le fa sembrare ancora più cariche, quasi smeraldo. Questo è ”Fluorescent Lights”, l’EP dei Midas Fal che segue il loro secondo album. E’ composto di sole tre tracce, cariche, però d’intensità, di vocalizzi chimici ed elettronici, con un tono malinconico, una chitarra rock, ma molto melodica varia l’esecuzione di Elizabeth Heaton. In questo lavoro promozionale riprendono quanto anticipato da “Wilderness”, senza progredire, ma almeno senza retrocedere, in sostanza rimangono stabili in una via di mezzo che unisce il rock post-progressive ad elementi new wave: voce eterea e sfondo musicale quasi accennato, quasi evanescente, un gioco di parole che si riferisce ad una band americana, da cui i Midas Fall, hanno preso molti spunti (gli Evanescence, appunto – ndr) Il primo brano assegna il nome all’EP, Fluorescent Lights offre atmosfere post-rock tinteggiate di elettronica, dove il basso è l’alleato principale di una voce piuttosto indurita, fino a salire per trovare una sonorità più rilasciata e gentile. Low invece, è un canto malinconico, inquietante, note apocalittiche scaturiscono dall’incontro del piano, di chitarre e ritmiche trip-hop e di basso molto affascinante. Dopo due brani bui, l’EP si chiude con Tracks, che restituisce ai Midas Fall quello in cui sono più bravi: poesia e sensibilità, nonché il pezzo migliore, delicato e cristallino.
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