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Egokid
Troppa gente su questo pianeta
2014
Novunque
di Alessandro Basile
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Troppa gente su questo pianeta, quinto album in studio degli Egokid, è il perfetto esempio di pop sofisticato e moderno. Suoni freschi ed attuali con leggerissimi rimandi alla wave, strutture non eccessivamente articolate, giusto equilibrio tra sperimentazione e rispetto della forma canzone, scrittura cangiante e poco cervellotica: sono questi gli aspetti principali che le dieci tracce in scaletta palesano ascolto dopo ascolto.
Arrivati a confezionare il loro terzo disco in italiano, gli Egokid dimostrano di aver ormai messo a punto uno stile unico attraverso un metodo di lavoro infallibile perché ben collaudato col tempo. L’equilibrio raggiunto dalla band è talmente stabile che oggi i sei musicisti lombardi possono tranquillamente mischiare le carte e sbizzarrirsi a livello compositivo senza il minimo rischio di toppare. Gli Egokid giocano continuamente con le sonorità e con le parole. E possono permetterselo data la non indifferente esperienza accumulata in oltre dieci anni di carriera e data anche l’ottima proprietà di linguaggio che ne esalta la scrittura. Troppa gente su questo pianeta è un disco molto dinamico, un disco che sta al passo con i tempi non solo per come suona, ma anche per come è costruito ed orchestrato. Brillante e coinvolgente dall’inizio alla fine, l’album scorre che è una meraviglia grazie sia alla non eccessiva enigmaticità dei pezzi che lo compongono, sia alla giusta ricerca che gli consente di non apparire come un progetto pop qualunque. Molti sono gli episodi degni di nota all’interno del cd, a partire da Il Re muore, canzone che apre il disco e che pochi mesi fa Samuele Bersani aveva inserito nel suo delizioso Nuvola Numero Nove. Ugualmente ben riuscite risultano essere le due tracce che seguono, vale a dire La Madre e In un’altra dimensione. Bellissima poi L’Alieno, traccia numero cinque della raccolta, caratterizzata da un’atmosfera quasi sospesa e da un testo davvero ispirato (splendido l’inciso: “Lascia che voli via in orbita questo alieno che non sa amare / Ma ogni tanto guarda il cielo e pensa a come sarà l’eternità”). Altro grande pezzo è sicuramente quello che chiude il disco, vale a dire La Malattia (“Quando i gas velenosi non basteranno più / Un uomo fatto come gli altri un esplosivo inventerà / Quando i grandi terremoti non basteranno più / Un uomo un po’ peggio degli altri quell’esplosivo userà”).
Prodotto da Sergio Maggioni, Troppa gente su questo pianeta è stato registrato da Andrea Cajelli presso lo studio La Sauna di Varese, mentre del mix e del mastering si sono occupati rispettivamente Matteo Cantaluppi e Giovanni Versari. Davvero un grande disco. Non deluderà nessuno.
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//www.youtube.com/embed/CLlMOjbNdQc
06/02/2014 -
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