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Giuseppe Peveri in arte Dente apre il 2014 pubblicando il suo quinto album in studio (escludendo due EP) dal titolo Almanacco del giorno prima, e questa volta lo fa abbandonando l’etichetta indie per approdare ad una major. Abile giocoliere con le parole, sforna dodici tracce dagli arrangiamenti piuttosto semplici ed interpretate con una voce pacata e melancolica. Appassionato della musica italiana degli anni ’60 probabilmente tenta di rievocare quella stessa ambientazione nelle sue canzoni che in effetti hanno una sembianza poco moderna. In particolare lo mostra nel primo singolo estratto Invece tu che definisce come "una canzone immersa nell’estetica della musica leggera italiana degli anni ’60. Scritta, arrangiata e registrata come si faceva una volta”.
Canzoni a tratti brevi, simili a filastrocche allegre con le rime baciate mentre magari i testi, non sempre molto chiari, affrontano temi più profondi. Il disco rientra, ahimè, nel filone di una certa parte del nuovo cantautorato italiano moderno che raggruppa cantanti dall’aria da finto sfigato, disperato depresso e antiestetico, noncurante dell’apparenza che invece risulta in un look ricercato e costruito ad arte: capello con folto ciuffo davanti agli occhi, occhialoni da nerd, maglioni di lana grossa stretti e corti con le tasche a toppa e le facce tristi da intellettuali delusi e tristi.
A Dente sono stati accostati, per influenze e similitudini, nomi come De Gregori, Battisti e Mogol, ma di tutto questo, aldilà del suo diniego, non c’è traccia. Si tratta di qualcosa di completamente diverso, forse non proprio attualizzato ma di sicuro non appartenente ad una generazione di musicisti come quelli citati. Tornando all’ascolto, è consigliabile non fermarsi alla prima ma procedere a diverse “sessioni” poiché le canzoni non entrano in testa in un colpo solo. I testi vanno letti mentre si ascoltano per riuscire ad andare fino in fondo. Dopo qualche tentativo, dopo la piccola delusione del primo singolo estratto, di tutto il disco sono riuscita ad apprezzare due canzoni: Meglio degli Dei, per una melodia accattivante ed un testo semplice ed efficace; e Coniugati Passeggiare, dove la lettura del testo rende più comprensibili i diversi giochi di parole in esso contenuti (il titolo ad esempio, cela la coniugazione del verbo passeggiare dietro l’ambiguo coniugati/sposati, oppure frasi paradossali come "Ogni tanto ti penso spesso, mi manchi quando sei con me").
Il disco, uscito il 28 gennaio, è stato realizzato in poco tempo presso una scuola abbandonata di Busseto (Parma) con la collaborazione di Tommaso Colliva, Rodrigo D’Erasmo ed Enrico Gabrielli (Afterhours). A fine marzo da Firenze è prevista la partenza del tour che toccherà anche Roma il 15/4 (Auditorium – Sala Sinopoli).
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