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Barzin
To Live Alone In That Summer
2014
Ghost Records
di Giuseppe Celano
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Barzin è una persona cortese, timida e dallo sguardo dolce, uno di quei personaggi che non pensi possa mai alzare la voce. Gli basta poco per farti arrivare un messaggio senza possibilità di fraintendimento. I suoi modi sono delicati ma penetranti, allo stesso modo delle composizioni sempre in punta di piedi.
In questo nuovo lavoro, per cui s’è preso molto tempo per riflettere trovando anche lo spazio per scrivere un libro di poesie, il nostro malinconico eroe conferma le certezze che avevamo riposto in lui superando più d’una aspettativa.Basta la straordinaria opener All The While (il cui arpeggio armonico ricorda Memorie di una testa tagliata (non fate quella faccia, è proprio così!) a spazzare via ogni dubbio. Melodie cristalline e una tristezza molto simile a quella dei Sophia, sempre presente e complice come un’amante da cui non ci si può separare, accompagnano l’intero disco (Stealing Beauty). Con il passare dei minuti l’atmosfera diventa più intima, le liriche mettono in risalto il valore dell’intera opera sposando armonie sospinte dal pianoforte e adagiate sulla sezione ritmica vellutata. Il tutto è sapientemente abbellito da arrangiamenti agli archi e sax basso (Without Your Light). Che Barzin sia maestro nel creare questi saliscendi armonici, capaci di mandare in tilt l’intero sistema sensoriale, è una piacevole certezza ormai. Fake It Until You Make It ne è la massima rappresentazione, ballad dalla dolcezza estrema fatta di poche note al piano, archi in evidenza e un bridge da mandare in pensione metà dei musicisti alle prese con la ricerca del giro pop perfetto. Un ulteriore passo in avanti è rappresentato da In The Morning, ennesimo centro di un disco che non conosce cali di tensione emotiva. Su note nostalgiche ci si avvia verso la fine con Lazy Summer, altra ballata con fare pigro che lascia il posto al sigillo conclusivo It’s Hard To Love Blindly.
Non ci sono voti o iperboli sintattiche per queste meraviglie che, con sempre meno frequenza, la musica ancora oggi ci continua a regalare. Barzin è un tiratore scelto, mira con calma ai punti nevralgici a cui sono appese le emozioni liberandole con otto magistrali centri. La perfezione non esiste, almeno così piace dire a molti, ma che ci crediate o no la si può toccare per un attimo, con poche mosse parche e ponderate. Colpiti e affondati.
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19/02/2014 -
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