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La modernità musicale è fatta di Youtube, Facebook, Twitter, Soundcloud e poi di tanti locali, forse troppi, in cui suona chiunque, ma che tutti possono ascoltare. Questo ha fatto sì che la scena “underground”, “indie”, “alternativa” o come preferite chiamarla sia diventata gigante, sterminata e dispersiva… si fa fatica a starle dietro, tant’è che alla fine nel migliore dei casi tutte queste band risultano al massimo utili, ma nessuna indispensabile. Poi ci sono le eccezioni ed ultimamente da Roma ne stanno uscendo diverse, dai Bud Spencer Blues Explosion, ai Giuda. Sono quelli che hanno “quel qualcosa in più” che li fa emergere e gli fa tracciare la scia, quelli che sono riusciti a creare l’alchimia giusta, mantenendo però intatte la propria personalità ed identità. La next big thing da questo fronte non può che essere il power-trio Le Mura, freschi di presentazione del loro primo EP al Circolo degli Artisti, prodotto da La Grande Onda.
Quando una band fa la differenza questa “differenza” la si sente subito, nel loro caso la prima e lampante è data dal Groove e da quel super-sound vintage che fin dalle prime note fa rizzare le orecchie ed iniziare a muovere a tempo il corpo. Il Sicario, brano apripista dell’EP, è un biglietto da visita perfetto, diretto e seducente, come il riff danzereccio iniziale, che catapulta in un mood “surf-noir” e dentro la prima delle storie raccontate dalla profonda ed imperturbabile voce di Andrea Imperi Purpura. Il timbro vocale di Andrea è di quelli che non possono lasciare indifferenti, sposandosi magistralmente con i racconti che prendono vita e forma dalle parole dei testi, coinvolgendo l’ascoltatore che da un momento all’altro è come è come se si ritrovasse in un film affianco ad Humphrey Bogart. Tuttavia Impura non è solo il frontman cantastorie con la voce ed il lessico da gentiluomo d’altri tempi, infatti suona anche il basso, quello denso e perentorio che nel secondo brano, Prospettiva Candida, squarcia il silenzio e ben presto viene accompagnato dal delay e dai riverberi di Gabriele Proietti alla chitarra e dall’ultimo tassello del trio, Bruno Mirabella alla batteria, sempre preciso nell’incalzare e poi far cambiare marcia al pezzo senza mai strafare. La terza traccia, Sai per dove, è la più imprevedibile del disco. Si apre con una strofa tinta di un’atmosfera onirica e straniante, che si alterna con un ritornello scandito da un’inaspettata ritmica ska, fino all’esplosivo crescendo finale lanciato dall’assolo di Gabriele. Sai per dove non a caso sarà anche il prossimo singolo, con annesso nuovo videoclip, che vedrà la luce l’11 marzo, accompagnato dall’uscita ufficiale (quella del Circolo degli Artisti infatti era la presentazione in anteprima) dell’EP, Ha Ha. Sotto di 31 è il pezzo da 90, non a caso infatti è il singolo scelto per la realizzazione del primo video de Le Mura. Tutte le caratteristiche finora descritte trovano la loro massima espressione in questo brano in cui la voce di Purpura ricorda addirittura quella di Fred Buscaglione. Il ritmo incalzante, non solo musicale ma anche dello svilupparsi della vicenda raccontata nel testo, catalizza l’attenzione mentre il corpo non può fare a meno di muoversi. Degno di nota l’assolo di Proietti, che esalta il suo parco effetti con una scelta stilistica che ricorda i Cramps. L’ultimo brano, Uccidi il Padrone, si caratterizza subito per la presenza di una tastiera dal suono decisamente 60’s, che poi cede il passo al riff e quindi ad un ritornello che difficilmente non rimane impresso nella memoria di chi lo ascolta, denotando tutto lo spessore di una band che riesce ad unire la ricercatezza del sound a delle ritmiche catchy.
I rimandi al sound anglo-americano anni 60/70 danno l’impronta più forte alle sonorità di questa band, che però non rinnega la sua terra di appartenenza, anzi, suonano come un riscatto da tutto quello che all’epoca fu prodotto proprio in Italia, di cui si ricordano soprattutto le discutibili emulazioni e le cover tradotte. Un revival ben fatto, autorevole e senza scimmiottamenti, tra i migliori nel suo genere, ma non solo, Le Mura sono una manna dal cielo, perché al contempo si staccano anche in maniera netta e decisa da tutta quella scena di trito e banale neo-cantautorato, con annessa dispensabile cronaca di disagio moderno, che infesta il panorama underground italiano. Lunga vita!
Twitter: @MrNickMatt
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