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Attenzione, stiamo per parlarvi del nuovo album di Jack Bruce, leggendario bassista dei Cream e collaboratore di tanti altri musicisti degli anni Settanta, su tutti Leslie West dei Mountain. Malgrado i suoi settanta anni d’età Jack Bruce non ha perso la sua voglia di blues e non è per nulla intenzionato a nasconderla. Cantante e polistrumentista di talento, Bruce ha influenzato con il suo modo di suonare il basso generazioni di musicisti più recenti, cominciando da Sting fino a Flea dei Red Hot Chili Peppers.
Il disco si intitola Silver Rails ed è il primo album in studio di Jack Bruce dopo dieci anni. Le dieci tracce che compongono il disco sono state registrate ai famosi Abbey Road Studios di Londra, mentre l’album è stato prodotto da Rob Cass. Le liriche del disco sono state redatte in collaborazione con parolieri di chiara fama e che rispondono ai nomi di Pete Brown, Kip Hanrahan e Margrit Seyffer. Considerata la fama ed il prestigio di cui gode Jack Bruce, non potevano mancare special guests illustri che rendono questo Silver Rails un disco ancora più prezioso ed appetibile.
Ma andiamo per ordine: Candlelight è una blues ballad davvero ben fatta, che vede come ospiti il noto jazzista John Medeski e il chitarrista Phil Manzanera, dei Roxy Music; Reach For The Night è una slow ballad eseguita al pianoforte che mette in risalto la voce, ancora maledettamente intensa, di Jack Bruce; Fields Of Forever è un blues rock molto intenso e ricco di ritmo, mentre Hidden Cities, che vede la partecipazione di Cindy Blackman Santana alla voce e di Uli Jon Roth, degli Scorpions, alla chitarra elettrica, è un brano straordinario, talmente inquieto ed imponente che ricorda molto per la struttura armonica certi vecchi brani dei Cream; Don’t Look Now è un’altra incantevole slow ballad, questa volta però un prezioso guitar work sostituisce le armonie dettate dal pianoforte; su Rusty Lady, una ballata blues molto intensa e corposa, interviene alla chitarra elettrica l’amico Robin Trower, hendrixiano di chiara fama, ex Procol Harum, prima di iniziare la sua carriera solista; Industrial Child mi ha gettato nel panico più completo, perché è una ballata per piano e voce così intensa da far stare male: soltanto dal cuore di Jack Bruce poteva uscire un gioiello del genere, un brano che sembra essere stato catapultato fin qui da un glorioso passato; Drone è un po’ la sorpresa del disco: accenni techno/noise in apertura che cedono poi fortunatamente il passo ad un hard rock di buona fattura che disegna atmosfere astrali di indubbio fascino; Keep It Down vede la partecipazione di Bernie Marsden, chitarrista ex Whitesnake, che conferisce al brano un gustoso sapore di blues rock che è tipico delle sonorità dei primi anni Settanta; l’album si conclude alla grande con No Surrender, un pezzo fantastico, un heavy blues costruito su misura da Jack Bruce per la chitarra elettrica di Bernie Marsden e per l’interpretazione vocale, ancora eccellente, di Cindy Blackman Santana (la moglie di Carlos, per quanti non fossero informati).
Insomma, questo Silver Rails riconcilia con la musica, rilegge con bravura le sonorità degli anni Settanta ed elogia ancora una volta il Blues ma attraverso un suono molto moderno, efficace e convincente. Da possedere ad ogni costo.
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