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Luciano Chessa
Entomologia
2014
Skank Bloc Records
di Leonardo Micheli
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Nel 1997 il Mucchio Selvaggio definisce l'esordio di Luciano Chessa, "Humus", un autentico gioiello di indie rock tanto da meritarsi un posto accanto ai Massimo Volume. Nel corso degli anni Luciano intraprenderà altri percorsi musicali che lo porteranno alla riscoperta di Luigi Russolo, compositore futurista di inizio 900. Questo gli permetterà di ottenere riconoscimenti in ambito internazionale da parte della University of California press e di poter ridare vita all' orchestra di intonarumori ideata un secolo prima dallo stesso Russolo. La sagacia e la bravura sono tali che artisti noti come Lee Ranaldo dei Sonic Youth (tanto per citarne uno a caso) riescono a carpirne l'intento sposandone la causa con spirito amorevole nei confronti della musica quale forma d' arte universale ed unica. Ma veniamo ad "Entomologia". L' album è una raccolta di tracce scritte e composte nel corso degli anni universitari presso il conservatorio di Bologna. L'attitudine indie rock e lo-fi è un dettaglio imprescindibile per capire quali sono gli orizzonti attraverso i quali ci si ritrova invischiati. Sin da subito si ha la sensazione netta e piacevole che dietro a semplici e sgangherate armonie si cela il gusto della sperimentazione e del non sense, dell'ispirazione originale che trova in Syd Barrett la principale musa ispiratrice. Le prime cinque tracce sono una sapiente ed ipnotica concatenazione di creatività che fa intuire quanto Chessa abbia voluto in quegli anni esprimersi tramite strutture non convenzionali ed assolutamente originali. Orlon, Peppa è Pazza e Pianetics sono piccoli gioielli che trasudano purezza ed originalità di indie rock. In questo c'è molto dei Pavement e del già citato Syd Barrett. Addirittura in Siepi sembra volersi ispirare a John Fahey. In generale emerge chiara e netta la nostalgia per gli anni 90, quando ancora esisteva una certa originalità ed innocenza dal punto di vista compositivo. Oggi la buona musica sembra essersi sporcata di una certa presunzione revivalistica fine a se stessa che non stupisce e coinvolge emotivamente. Certo non tutto è rosa e fiori. La raccolta prevede 22 tracce, un numero francamente eccessivo. Alcune sono registrate live e per questo motivo è impossibile poter dare un giudizio imparziale a fronte di un sound sporco e poco limpido. Personalmente è l'unica macchia che ho constatato nell' ascoltare più e più volte l' album. Per il resto l'anima gioviale e canzonatoria, a tratti provocatoria, emerge e rende le atmosfere piacevoli ed attraenti. La musica è prima di tutto vibrazione nell'istantaneità. La sensazione piacevole che emerge immediatamente dal momento che infili il cd nel lettore e spingi sul tasto play è segno univoco che non ci si trova di fronte all' ennesimo artistucolo che scopiazza qua e là. Al contrario di un autentico prodigio troppo sottovalutato nel corso degli anni e che proprio nel 2014 potrebbe essere riscoperto e rivalutato grazie a questa raccolta. Provate ad ascoltare almeno per una volta Luciano Chessa, non potrete, nel bene e nel male rimanerne indifferenti.
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29/04/2014 -
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