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Lou Tapage
Finisterre
2013
LT Records/Audioglobe
di Fernando Rennis
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I Lou Tapage sono di Cuneo ma mai come in questo caso si potrebbe dire che i confini territoriali spesso sono qualcosa che ridimensiona le forme di espressione. Non è un caso che il quinto disco della formazione italiana si chiami ”Finisterre”, il luogo che segnava la fine delle terre emerse. L'eco delle tradizioni celtiche e l'uso indifferenziato dell'italiano, del francese e dell'occitano rendono le dodici tracce dell'album un'ottima mistura sonora e testuale. Il tema del viaggio è il trait d'union di tutte le canzoni. Dopo un'inizio marchiato dal combat-folk di Finisterre e Avignon l'ascoltatore viene cullato da Marselha che parte in sordina, sul velluto e poi cresce di spessore fino a rimescolare le carte in tavola. L'Uomo In Nero è il pezzo che più si avvicina alle melodie dei Modena City Ramblers. In realtà è solo con L'inconnu De La Limoise che i toni si abbassano e dopo una notte passata a ballare attorno al fuoco, arriva l'alba a cullare i demoni della propria esistenza. “Finisterre” è un non-luogo che è presente in ognuno di noi, è il limite che separa l'immaginazione dalla realtà e, soprattutto, una terra di nessuno in cui le lingue, i suoni, i colori sono diversi e allo stesso tempo sono un tutt'uno. Va da se che perdersi diventa fin troppo facile ed è proprio questo il bello dei Lou Tapage.
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15/05/2014 -
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