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Painted Wolves
Painted Wolves
2013
Epidemic Records
di Giuseppe Celano
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I Painted Wolves sono in quattro: Mattias (basso), Linus (chitarre), Mathias (Batteria) G. (voce). Vengono da Göteborg, in Norvegia, licenziatari di un suono ostico che richiama alla mente il fantasma dei Cult Of Luna più claustrofobici. Chitarre ribassate rifferama massiccio, sezione ritmica a mo’ di rullo compressore e voce sfigurata da un growl spietato. Tutto questo è racchiuso nell’opener Necklace, un attacco sonico frontale che non lascia spazio a dubbi. Ancora più violenti sono i due minuti di Sea Of Demons, un caterpillar lanciato alla potenza che si schianta addosso all’ascoltatore ignaro e già largamente in debito d’ossigeno che smetterà di respirare in Serve The Serpent, davvero un grande pezzo. Chitarre distorte in arpeggio circolare, rallentamenti ipnotici e ripartenza affidata a incontrollabili saliscendi emozionali, come montagne russe impazzite. A guidare il tutto c’è il basso traitor, traino per uscire (forse) da questo inferno siderale. Le cose non cambiano di molto (per fortuna) nel lato B, i nostri propongono sempre un sound ferino e disturbante, la voce non lascia mai la presa mentre il basso tozzo e arrogante conduce queste danze fra reietti. Se è di roba rilassante che andate in cerca il consiglio è di tenersi alla larga da questi solchi inferociti, qui si mostrano denti sporchi, muscoli tesi e sudore fino alla disidratazione dei tessuti (Oblivion).
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//www.youtube.com/embed/1fR4pIQlItc
03/06/2014 -
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