Aziza Brahim Soutak  2014  Glitterbeat di Leonardo Micheli

Aziza Brahim è una cantante nata nel Sahara occidentale, ultimo paese africano a non aver ottenuto l’indipendenza, terra di passaggio, di sangue intriso d’ odio. L’album parla di questo.
Uscito nel 2014 per la Glitterbeat, “Soutak” è un concentrato di desert blues miscelato ad atmosfere spagnoleggianti e gitane. Traspare un senso di malcelata malinconia per quello che è e che potrebbe essere, un grido di dolore rivolto al mondo.
Le violenze subite dal popolo dal quale proviene Aziza sono il suo bagaglio di dolore e vuole condividerlo con noi occidentali (e non). Fratricidi, spargimenti di sangue che si mischiano al calore del deserto.
In generale l’album risulta omogeneo senza alti nè bassi. Le tracce si susseguono in un valzer ipnotico e fiammeggante. Sullo sfondo il deserto del sahara colpito da un sole duro e spietato che investe le paure di persone costrette a fuggire per non morire.
I testi sono espliciti. In Gdeim Izik tema centrale è la protesta sorta dall’omonimo campo profughi e che ha dato vita alla primavera araba; in Lagi Aziza canta «“Ever since I arrived in this word i have lived as a refugee..». Un mondo fatto di persone strappate al loro destino, lacerate e disorientate.
L’intento di Aziza Brahim è avvicinarsi al desert blues dei Tinariween personalizzandolo secondo un sentire del tutto originale e sensibile. L’ascoltatore è ammaliato dalla sua voce calda e profonda. Una voce che descrive alla perfezione gli scenari desertici nella quale si cala l’album.
“Soutak” è vivamente consigliato a coloro che già si sono addentrati nel desert blues con grande interesse. A tutti gli altri Aziza Brahim potrebbe rivelarsi una piacevole scoperta, una rivelazione di un’Africa che può e deve regalarci momenti di grande emozione. Buon ascolto.

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08/09/2014 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati