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Blonde Redhead
Barragàn
2014
Kobalt Music / Self
di Giancarlo De Chirico
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Nuovo album per i Blonde Redhead, trio di indie rock di base a New York che risulta formato dai gemelli italiani di origine siciliana ma di estrazione jazz Amedeo e Simone Pace e dalla vocalist giapponese, ex studentessa d’arte, Kazu Makino. Il nuovo disco si intitola Barragàn, è stato prodotto e mixato da Drew Brown e registrato in parte al Key Club Recording di Benton Harbor, nel Michigan e in parte al Magic Shop di N.Y.C.
Vi diciamo subito che si tratta di un album lontano anni luce dalle oscure complicazioni di “Penny Sparkle”, ma non per questo meno interessante. Nonostante un repertorio fatto di oltre venti anni di lunga e onorata carriera, i Blonde Redhead non smettono mai di sorprenderci, al contrario si rivelano un gruppo in continua evoluzione e ricerca. In questo caso “Barragàn” si presenta come un album di musica minimale che gira intorno ad una chiave ritmica quanto mai essenziale che prende le mosse dalle note di basso di Amedeo Pace, assecondate dai ritmi sfasati della batteria di Simone, sui quali si insinua la voce bassa e sensuale di Kazu Makino, sempre più inserita nel songwriting della band. Si devono a lei infatti le soluzioni tipicamente ambient e il field recording, tratti caratteristici di “Barragàn”. E’ stata sempre lei a suggerire il titolo del disco, ispirato a quel Luis Ramiro Barragàn Morfin che è stato il più importante architetto americano del XX secolo. I brani inseriti sull’album nascono da vere e proprie jam session eseguite in completa libertà in un luogo desertico del Michigan, dove la band ha soggiornato per diverso tempo e non poteva far altro che suonare. Le atmosfere art rock di avanguardia di Defeatist Anthem e di Mind To Be Had si alternano perfettamente al pop rock astratto di No More Honey e al gustoso beat di Dripping, mentre si rivela quanto mai interessante l’inserimento di una filastrocca come Cat On Tin Roof, eseguita da Kazu.
Non ci sono - al contrario di altre occasioni - brani che lasciano il segno, ma l’album si rivela comunque godibile e lascia in quanti lo ascoltano una inconfondibile traccia di quel loro approccio psichedelico così morbido ed intrigante che costituisce ormai il loro marchio di fabbrica.
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//www.youtube.com/embed/dPmd2CXGpXQ
02/10/2014 -
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