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James Yorkston
The Cellardyke Recording And Wassailing Society
2014
Domino
di Andrea Salacone
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Un banchetto musicale approntato da un ospite che ha voluto un po’ strafare, questo 'The Cellardyke Recording And Wassailing Society'. James Yorkston ci aveva ammaliati già col suo incantevole esordio, 'Moving Up Country', nell’ormai lontano 2002. Dopo diversi album, lo scozzese riconferma il proprio talento di compositore di brani spesso intimisti che strizzano l’occhio alla canzone folk senza assumere mai uno stile dimesso. È anzi la cura degli arrangiamenti che caratterizzano il disco, di stampo folk-rock, che però finisce per penalizzare 'The Cellardyke Recording And Wassailing Society' rendendolo assai monocorde, soprattutto data la sua lunghezza (un’ora di durata).
Un Cd/Lp per pomeriggi autunnali, ricco di sfumature, che, ahimè, rischia di sfiancare l’ascoltatore: se Yorkston fosse stato più conciso, o almeno ne avesse variato un po’ l’andamento introducendo qualche brano “chitarra e voce”, il risultato finale sarebbe stato forse più godibile. Detto questo, le belle canzoni non mancano, e quindi è nostro dovere citare le leggiadre Sweet Sweet e Thinking About Kat, il brio di Red Fox, King Of The Moles e Sleep On, la malinconia di Broken Wave e The Very Very Best. Il problema è che in scaletta ce ne sono altre nove… come osservavano i Bad Religion: “quality or quantity, don’t tell me they’re the same”.
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//www.youtube.com/embed/xUpy521NTGM
08/10/2014 -
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