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Goat
Commune
2014
Rocket Recordings / Sub Pop
di Giuseppe Celano
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Sono passati solo due anni dall’esordio 'World Music', disco che ci aveva preso in contropiede lasciandoci piacevolmente storditi, una grande deflagrazione di una supernova fatta di musica di livello davvero buono. Oggi il gruppo svedese Goat licenzia 'Commune', seconda fatica in studio uscita sotto l’ala protettrice della Sub Pop che centra nuovamente l’obiettivo ma con un piglio diverso, più contenuto e meno vanaglorioso, insomma più spartano rispetto al fratello maggiore.
Strutture acide, spinta ritmica incalzante e melodie sghembe, già ben presenti sin dall’opener Talk To God, portano a casa un buon risultato ammaliando la testa dell’ascoltare, avvolta dalle cuffie ben piantate sui padiglioni auricolari. La psichedelia che gravita intorno a cortine fumose garantisce l’alchimia necessaria per lo scoppio della scintilla fra la band e i suoi fruitori. In questo disco scorrono influenze beat, rimandi afro, un funk acido dai contorni vaporosi e tutta una serie di altri piccoli dettagli che rendono questa nuova uscita davvero interessante.
Riferimenti al blues tribale appaiono in Words, altra grande traccia a quota due della tracklist che mostrano i segni della lezione less is more. I Goat di oggi vanno direttamente al sodo a costo di sembrare meno pieni ma evitando così la ridondanza. Impossibile resistere ai giri melodici del basso di The Light Within in cui gli intarsi chitarristici la dicono lunga sul gusto di questa band. Goatslaves è un altro highlight, rappresentazione del nuovo percorso compositivo scelto dal combo nordeuropeo.
Mischiano cosi tanti generi che si rischia di perdere la testa e dar adito alle malelingue già pronti a tacciarli di essere un minestrone di influenza senza anima né carattere. Ride From The Sun sfrutta atmosfere arabeggianti e un rifferama che manderà in giuggiole gli amanti del rock muscolare in voga nei Seventies del quale i massimi rappresentanti sono stati i Led Zeppelin.
Leggermente inferiore (per chi scrive) a 'World Music', 'Commune' non cerca l’ulteriore ispessimento del sound, con il rischio di cadere nella trappola della pomposità, ma suona a denti stretti passando a torto forse anonimo in alcuni passaggi. Tuttavia, 'Commune' non è assolutamente da considerare un lavoro di serie B o un passo falso ma la preparazione a un fatidico, e ci auguriamo probabile, terzo difficile disco che potrebbe consacrarli nel gotha del rock. Sebbene con qualche riserva e sollevando qualche dubbio, i Goat passano la prova.
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31/10/2014 -
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