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Non ascoltavamo materiale nuovo da parte di Billy Idol dal 2005, anno di pubblicazione di 'Devil’s Playground', un album niente affatto malvagio, un lavoro che segnava in ritorno in grande stile del vocalist ex Generation X in piena era Punk. Da allora in poi una serie di greatest hits e - più recentemente - un ritorno a quella dimensione live che sembrava ormai solo un ricordo. Il successo del tour estivo ha dato nuova linfa a Billy Idol e al suo chitarrista, il talentuoso Steve Stevens, che hanno rifinito in studio, insieme al grande Trevor Horn, scelto come produttore del disco, le nuove composizioni di questo 'Kings & Quens Of The Underground'.
L’album è di certo molto piacevole e ben arrangiato, una miscela riuscita di punk melodico e di hard rock, ma riproduce con una certa sfacciataggine ritmi e melodie proprie del 1983, in particolare di un album come 'Rebel Yell', che ricordiamo tutti molto bene. E’ vero che nei periodi di crisi non c’è ricetta migliore che appoggiarsi sul passato, ma brani come Postcards From The Past e Eyes Wide Shut sembrano vere e proprie fotocopie musicali dei suoi vecchi successi. L’operazione “nostalgia” è di certo ben curata, sembra quasi voglia dimostrare che nulla è cambiato e che - malgrado i 59 anni d’età - il tempo non è passato, ma purtroppo non è così. Postcards From The Past assomiglia maledettamente a White Wedding, gli accordi musicali sono più o meno gli stessi, mentre Kings & Queens Of The Underground, la rock ballad ben congegnata che intitola l’album, arriva addirittura a citare nel corso della canzone vecchi titoli come Eyes Without a Face e Rebel Yell.
Certo, se non avessimo ancora nelle orecchie tanto passato, l’operazione sarebbe passata inosservata, ma credo proprio che l’intento di Billy Idol sia stato quello di realizzare una sorta di retrospettiva musicale e biografica, che canti le lodi di un passato iconoclasta e irriverente che ne ha marchiato a fuoco l’immagine, seppure per un breve periodo. Quella stagione è stata la sua fortuna, gli ha donato una immagine, gli ha impresso nella mente suoni e atmosfere musicali che non sono andate perdute.
Ecco il perché, ecco cosa c’è dietro brani come Eyes Wide Shut oppure Ghosts In My Guitar, scritta ancora una volta insieme a Steve Stevens. Il nuovo singolo si intitola Can’t Break Me Down, una rock ballad di atmosfera, con delle chitarre in crescendo e con dei cori da stadio che supportano una sezione vocale che si rivela comunque ancora all’altezza della situazione. Molto meglio però alcune ballate felicemente ispirate come Save Me Now, One Breath Away e Nothing To Fear anche se, in questo ultimo caso, la produzione strizza l’occhio ad un pop rock radiofonico, molto catchy, di presa immediata. Il nuovo Billy Idol è più rassicurante, più integrato, ma vuole dimostrare a tutti che il Rock And Roll è ancora il suo mestiere.
Insomma, un prodotto ben curato, un intrattenimento gustoso ed apprezzabile, ma non certo un album innovativo o almeno originale. No, non era proprio nelle sue intenzioni. L’artwork della copertina è opera di Shepard Fairey, noto per aver realizzato il celebre ritratto di Barack Obama con la scritta “Hope”.
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