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Il 2014 sta per chiudersi ma c’è ancora tempo per delle ottime nuove uscite. E’ il caso di Matteo Toni, giovane talento modenese, che ritorna all’attacco con il suo terzo album 'Nilla! Villa!', che già solo con titolo e copertina dovrebbe attirare tutta la vostra attenzione (nel caso già non lo conosceste).
Carriera in rapida ascesa la sua, che esordisce nel 2010 con un EP prodotto niente meno che da Umberto Maria Giardini, in arte Moltheni, incontrato un anno prima e con cui instaura da subito una proficua collaborazione (non saranno poche le occasioni in cui Matteo aprirà i live di Moltheni). A seguire, nel 2012, esce 'Santa Pace', sempre per la Still Fizzy Records, album che ha portato in tour in tutta Italia e che ha riscosso critiche positive.
Ed eccolo qui, sempre seduto con una Weissenborn sulle ginocchia e accompagnato dal suo batterista e compagno di viaggio Giulio Martinelli, a proporci il suo surf metropolitano dove la chitarra slide la fa da padrona, intrisa di blues e un po’ di funky, ad accompagnare dieci tracce diverse fra loro ma tutte legate allo stesso filo: il racconto di luoghi e stati d’animo, per un mix caotico ma efficace. Il tutto ben amalgamato da Antonio “Cooper” Cupertino, che già aveva messo le mani nel precedente disco.
Questo disco è divertente. I ritmi sono quelli che già abbiamo conosciuto in 'Santa Pace', che già avevano delineato notevoli progressi dall’EP di esordio. Quello che c’è in più è una buona dose di ironia usata qua e la, e un po’ di spregiudicatezza che non guasta. Anche perché non è che stiamo parlando di un ensemble sinfonico da camera, stiamo parlando di un duo molto più rock’n’roll rispetto alla media dei pari grado del panorama italiano indipendente (non me ne vogliano gli hipster, ma c’è voglia di novità e questi due, signore e signori, sanno il fatto loro al riguardo!). Altro ingrediente, non di secondaria importanza, è il suono della slide, modulato e calibrato ogni volta secondo quello che Matteo vuole trasmettere.
Si inizia a saltare da subito con Caos Adoremus, batteria alla carica e riff di chitarra bello tondo. Si passa poi a un ritmo più controllato in Il tempo dei morti viventi, per schizzare di nuovo con Musica porno, che finirete per ballare scuotendo la testa sotto il palco quando li vedrete dal vivo, Matteo e Giulio, secondo me nel loro elemento migliore (mi chiedo come faranno col finale alquanto difficile da riprodurre artificialmente….). Poi vi abbraccerete tutti e sarete in balia di un lento (effettivamente l’unico del disco) con La fine del mondo. Farete due salti nell’etno-reggae di Kebabellaria, per farvi poi ipnotizzare e volare nella sincopata Dammi una sigaretta. Vi porteranno per mano nella storia di Pietro e Maria (occhio al testo, sottile ma per niente banale), e la title-track Nilla! Villa! vi scioglierà ogni dubbio sull’accostamento agli anni ’60 italiani, qua siamo in pieno andamento reggae, quasi al ritmo delle onde del mare, poi però diventa quasi un pezzo dei Ramones… La chiusura è affidata a Credi ancora nel grande blu, e Squalo (notare come c’è sempre molto mare nelle canzoni di Matteo, forse frutto del bagaglio raccolto nei numerosi viaggi in giro per il mondo) che non tradiscono in coerenza col resto del disco.
Tante parole, per descrivere questo disco; forse troppe e forse anche un po’ inventate. Ma l’intento è di stimolare la curiosità e invitarvi ad ascoltare 'Nilla! Villa!' perché ognuno possa trovarci qualcosa, anche qualcosa in più rispetto a tutto quello che avete letto. Un po’ come dare forma alle nuvole, o sentire il mare dentro una conchiglia. E allora, Nilla! Villa!
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