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Sinead O’Connor
I Am Not Bossy, I Am The Boss
2014
Nettwerk Records
di Giancarlo De Chirico
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Dopo lo straordinario successo internazionale del tour successivo alla pubblicazione di 'How About I Be Me (And You Be You)?' che ha riappacificato l’inquieta artista e songwriter irlandese con il pubblico, Sinead O’Connor torna con un nuovo album che - a cominciare dal titolo - ci racconta di un periodo felice, di una ritrovata voglia per la musica e di un forte desiderio di amore, vissuto pienamente.
'I Am Not Bossy, I Am The Boss' però delude le attese ed è solo in parte una continuazione dell’album precedente. Si comincia con How About I Be Me? (un brano che dal titolo sembra essere stato recuperato dalle registrazioni dell’altro disco) una pop ballad delicata e gradevole, molto catchy a dire il vero, e si prosegue con tutta una serie di composizioni come Kisses Like Mine, Your Green Jacket, 8 Good Reasons e Where Have You Been? improntate ad un pop rock raffinato e ben eseguito quanto si vuole, ma decisamente commerciale.
Sembra quasi che per volersi riconciliare con il mondo Sinead abbia perso un po' di quella sua rabbia e di quella sua inquietudine che l’avevano resa famosa. Intendiamoci, il suo talento vocale non è affatto andato perduto e una slow ballad come The Vishnu Room, così piacevolmente reggata, o Streetcars, eseguita a cappella ne sono la testimonianza. Il nuovo singolo, intitolato Take Me To The Church, cerca di essere un potenziale hit, ma è troppo prodotto per convincere chi ascolta.
Restano solo due brani che ci riportano indietro alla Sinead O’Connor che abbiamo amato: The Voice Of My Doctor e Harbour, composizioni cupe e taglienti, di indubbio fascino, che però stentano a trovare un giusto spazio all’interno di un album che guarda altrove, in direzione di un pop-rock che vorrebbe essere ammaliante e coinvolgente, ma che invece è semplicemente sprecato per un’artista del genere, che ha saputo regalarci cose diverse e decisamente migliori.
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13/11/2014 -
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