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Blues Pills
Blues Pills
2014
Nuclear Blast
di Giuseppe Celano
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Il loro E.P. 'Devil Man' (2013) ci aveva colpito positivamente, in attesa del full-length anche la data a Roma aveva confermato definitivamente che i Blues Pills sono una band cazzuta, almeno dal vivo.
Sono in quattro, svedesi, lei è una mezza dea bionda dalla voce capace di carezze morbide e ispide curve che s’inerpicano per i sentieri del blues che la Zia Janis aveva già percorso molto tempo fa. Elin produce prova della sua forza irruenta e ancora acerba in High Class Woman, opener dalla ritmica tribale e dall’andamento incalzante. Alla chitarra il diciottenne (!!) Dorian Sorriaux che per minutagine, capelli e sguardo allampanato assomiglia a un giovane Ritchie Blackmore ma suona come Angus Young. È un vero mostro di classe e tecnica, conosce a menadito la tastiera e tutti i trucchi del suo strumento, anche negli angoli più remoti della pentatonica. Cita i classici senza cadere nel plagio ma è anche dotato di una propria anima che dal vivo emerge ancor di più che su disco. Impossibile resistere al rifferama di Ain’t No Change, una cavalcata al fulmicotone in cui la voce di Elin danza sugli accordi accarezzati da Dorian. Il suo assolo affianca basso e batteria, Zack Anderson e Cory Berry, in velocità per poi rientrare nel chorus da cardiopalmo. Non mancano gli echi hendrixiani imbevuti della giusta salsa wah-wah che scorrono fluenti in Jupiter.
Sebbene Elin salga troppo spesso di tonalità urlando anche quando non dovrebbe, per coprire alcune insicurezze giovanili, e il disco mostri qualche tipica ingenuità nel songwriting chiaramente legato ai loro miti (Little Sun, costruita sulle ceneri di Simple Man), ci possiamo sbilanciare prevedendo un futuro più che roseo.
La certezza ce la forniscono River e Astralplane, due highlight assoluti che non possono nascere per un colpo di fortuna. Questo tandem di blues così struggenti, dai toni rosso accesso, sono proprio quello che ci saremmo aspettato e avremmo voluto scorresse per l’intero disco. Per adesso ci accontentiamo di questa incisività ma i presupposti per un ritorno più a fuoco ci sono tutti. Se a questo aggiungiamo che la band è stata scelta come supporto per i The Rival Sons, beh fate un po’ voi.
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15/11/2014 -
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