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Peter Piek
Cut Out the Dying Stuff
2014
Empire/Tron Records
di Ida Stamile
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Una voce androgina che si fa strada tra tavolozze sonore e panelli ritmici colorati. ”Cut Out The Dying Stuff“, terzo lavoro di Peter Piechaczyk (aka Peter Piek) dopo “Say Hello To Peter Piek “(2006) e “I Paint It On A Wall” (2010), è una struttura compositiva intima, precisa ed elementare fatta di variazioni cromatiche costruite su briosi attimi di indie-pop, intagli di rock e leggere variazioni folk, mentre la vena cantautorale si dipana iconica tra le tracce dell’album. Piek, polistrumentista, cantautore e pittore, dipinge così il suo mondo sonoro fatto di pennellate armoniche senza artificio alcuno, che sfruttano in primis l’essenzialità del suono, mai eccessivo, per giungere immediate e dirette. Una forma canzone che guarda quindi prepotentemente alla melodia semplice del pop contemporaneo e che prende vita tra le armonie fresche e morbide di visioni urbane (Girona - con Matt Hopper alla chitarra) e di istanti pianistici avvolgenti (Left Room, Brooklyn Lullaby). Non manca un brano cantato nella sua lingua d’origine, Analyse, e un featuring con Nanna Schannong (Green). Pur con alcune scelte melodiche troppo lineari e arrangiamenti canonici che sembrano a volte un po’ uguali a se stessi, c’è in fondo la semplicità del pop minimale dall’animo indie per un “circolare” approccio tutto easy listening.
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//www.youtube.com/embed/t_FnvnLOxN4
10/12/2014 -
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