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Il Punk Rock scorticato e irriverente di derivazione Stooges e New York Dolls torna rivivere grazie al nuovo album di Sonny Vincent, ex Testors, e dei suoi Spite, una sorta di super gruppo che affonda le sue radici nel cuore di quella che è stata e rimane la musica ribelle per antonomasia.
Dopo una lunga attività come solista Sonny Vincent ha pensato bene di chiamare a sé vecchi compagni di battaglia sulle sponde del Rock and Roll e di formare un nuovo gruppo. Deceduti entrambi i fratelli Asheton, storici suoi collaboratori, Sonny si è rivolto ad un altro Stooge: Steve Mackay, che mette a disposizione della nuova band il suo sassofono; poi si è rivolto al di là dell’Oceano e ha chiamato a sé sia Glen Matlock, bassista originario dei Sex Pistols, che Rat Scabies, il batterista dei Damned. C’è di che esaltarsi soltanto a sentire i nomi coinvolti in questo progetto, che ha avuto una gestazione di tre lunghi anni, ma che alla fine ha partorito un album come 'Spiteful', infuocato ed irriverente, che prevede quattordici tracce fatte di adrenalina pura!
Mentre la produzione solista di Sonny Vincent aveva fatto registrare degli alti e bassi, sembra che adesso con gli Spite il chitarrista e vocalist di chiara estrazione punk abbia ritrovato come per incanto l’energia primordiale di fine anni Settanta. Il disco - realizzato in uno studio di registrazione volutamente vintage in Belgio - è una vera bomba ad alto potenziale, che sprigiona veleno, amore, sesso e perversioni varie in un sussulto orgiastico. Roba forte, dinamica e arrabbiata come deve essere, ma che non dimentica mai il ricorso a quel minimo di melodia nel refrain che rende poi inarrestabili certi brani punk. Brani molto veloci e dal ritmo serrato come Sidewalk Cracks, Wait e Dog On Subway, il primo singolo tratto dall’album, si alternano a momenti leggermente più melodici come Beg For Love, Not The Same e Now That I Have You, bellissime rock ballads, felicemente ispirate. Ma i capolavori veri sono pezzi come Real Hard - con il sax di Mackay in evidenza e con evidenti influenze Stooges nella struttura armonica della composizione - e Clouds, una stupenda ballata acustica che nei testi e nella melodia rigenera in un colpo solo l’intera epopea punk. Per il resto è tutto un Rock and Roll molto comunicativo, incontaminato e selvaggio che raggiunge vette molto alte su brani come Disinterested, Borders e Inside Your Head; ma è l’intero album ad essere illuminato da quella “white light /white heat” di memoria Velvet Underground che viene citata nel testo di Macon.
Spite, è questo il nuovo nome, è così che rivive la leggenda del Punk, grazie a quattro vecchi bastardi del Rock’n’Roll che non ne vogliono sapere di mettersi in pantofole in salotto davanti alla TV! Album micidiale, ascoltatelo!
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