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Lydia Lunch & Cypress Grove plus Spiritual Front
Twin Horses
2014
Rustblade/Audioglobe
di Giancarlo De Chirico
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Album davvero pregevole che troverà facilmente molti riscontri favorevoli sia per il forte richiamo internazionale degli artisti coinvolti sia per la qualità interna alle singole composizioni. Il disco si intitola “Twin Horses” ed è già una prima indicazione sul modo in cui viene articolato questo lavoro: in realtà il disco è uno “split” che prevede un primo Ep realizzato da Lydia Lunch e da Cypress Grove (reduci dal successo di “A Fistful Of Desert Blues”), mentre la seconda parte viene affidata al “dark folk” degli Spiritual Front di Simone Salvatori, detto Hellvis, gruppo di punta della “gothic scene” romana. Dieci brani in totale, di cui otto originali e due ‘cover’, una per parte, tanto intelligenti quanto sorprendenti. Ma veniamo ai dettagli: la prima parte dell’album si apre con Death Is Hanging, una bellissima ‘blues ballad’ acustica, eseguita a due voci da Miss Lunch e da Cypress Grove, mentre sulla successiva Unholy Ghosts è la vocalità malata di Lydia Lunch che si impossessa del brano e lo trasforma nella colonna sonora di una ideale discesa agli Inferi. Un altro brano eminentemente acustico è Rising Moon, una ballata molto cadenzata che si trascina melliflua sulle note della chitarra di Cypress Grove e sul canto malevolo della Lunch che poi si lancia su uno ‘spoken word’ davvero inquietante intitolato Put You Down, inframmezzato dagli arrangiamenti sapientemente bluesati di Cypress. Alla fine di questo primo Ep ecco quello che non ti aspetti: una versione davvero oscura di Hotel California degli Eagles, band che già all’epoca cantava di speranze infrante; ebbene, i sogni di allora vengono trasformati da Lydia Lunch e da Cypress Grove in altrettanti incubi esistenziali, in una esecuzione drammaticamente intensa e letale. La voce di Lydia Lunch è semplicemente da brividi! Il secondo Ep inizia sulle note estremamente cadenzate di Buried Friend, una ballata decisamente ‘funerea’ ma che si avvale di una pregevole sezione fiati e viene eseguita con grande trasporto emotivo dagli Spiritual Front, con un Simone Salvatori in grande forma alla voce; segue un piccolo capolavoro come My Love Won’t Fade, una ballata davvero ben strutturata e carica di atmosfera, sapientemente melodica nelle soluzioni armoniche e ispirata nella scelta delle liriche, all’insegna di una forte disillusione mista ad orgoglio; si continua con My Name Is Written In The Ashes Of Mouraria, una composizione rallentata ad arte, drammaticamente evocativa e sognante, con una splendida sezione fiati che ne accompagna il triste epilogo; Dear Lucifer è un brano che pesca a piene mani dalla tradizione ‘gothic rock’ e potrebbe essere stato benissimo scritto da redivivi Sisters Of Mercy: il pezzo - ombroso e decadente come si conviene - è comunque ricco di ritmo e si avvale di un ‘refrain’ di ottima fattura, tutto da ascoltare! Ecco che arriva la seconda cover, quella di L.O.V.E. Machine dei W.A.S.P. : le chitarre elettriche assetate di sangue della versione originale sono sostituite da un arrangiamento meravigliosamente acustico, più lento e sinuoso, ma la vocalità impastata di malessere di Simone Salvatori è decisamente ammaliante ad un livello tale che il brano sembra tratto dall’ultimo repertorio di Peter Murphy, il vocalist dei Bauhaus ora in versione solista. Disco da possedere al più presto!
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15/12/2014 -
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