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John Grant and the BBC Philharmonic Orchestra
Live In Concert
2015
Bella Union
di Gianluca Grasselli
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E’ uscito a dicembre dello scorso anno il primo album registrato dal vivo di John Grant. L’esibizione comprende sedici brani estratti dai suoi primi due album solisti ('Queen Of Denmark' e 'Pale Green Ghost') e due singoli che risalgono al periodo dei “The Czars”, accompagnati dalla Filarmonica della BBC.
L’esibizione, intima e raffinata, ci avvicina all’espressività dell’artista rendendoci partecipanti diretti del suo mondo, dando corpo alla profondità dei testi; la sua voce diviene lo strumento essenziale, il principale veicolo di emotività. Nel corso degli anni, John Grant ha dimostrato al pubblico e alla critica una sensibilità e capacità compositiva eccellenti costantemente rivolte al cambiamento; una maestria nel raccontarsi, a volte con molta ironia a volte con profonda malinconia, davvero uniche. Incontrare e capire le musiche e i testi di John Grant significa avvicinarsi ad un animo fragile ma travolgente nell’espressività; significa ascoltare con sincerità una personale visione dell’amore, un punto di vista sulla vita confidenziale. John Grant sa essere un maestro nell’arte della metafora come nel descrivere con una disarmante semplicità stati d’animo e situazioni spesso complicate. Nei suoi brani troviamo affrontati temi come il tradimento, la sofferenza dell’abbandono, l’amore, il sesso, i travagli e le pene interiori che tutto ciò può comportare. Non sono presenti artifici retorici nel suo modo di raccontare queste storie ma sono, piuttosto, trasmesse con una genuinità quasi adolescenziale; tenera e affascinante.
L’arte di quest’uomo è nelle sue mani, nella sua testa e, soprattutto, nella sua voce. Sia che parli d’amore sia che parli di odio risulta calda e accogliente, una base sicura. Oltre l’aspetto fisico di John Grant - un omone imponente nella stazza, dalla barba ispida e lo sguardo severo - si cela una sensibilità d’animo poetica e profondamente autoironica. Ne è un esempio perfetto GMF, cinico e divertente autoritratto dell’artista che a più riprese si definisce il “più grande motherfucker” che potremmo incontrare. Uno che spesso immagina di essere parte di un grande film, nel ruolo del perdente ovviamente.
Dal vivo, le atmosfere classiche evocate dalla Filarmonica esaltano le melodie dei brani ponendo accenti nuovi alle canzoni e la performance vocale è arricchita da preziose sfumature emotive. Anche gli spunti elettronici avviati nel suo ultimo disco trovano il loro posto con naturalezza nella trama orchestrale.
La maturità di John Grant è argomento indiscusso già agli albori degli Czars e questo percorso intrapreso come solista è un’avventura in cui si sta dimostrando perfettamente all’altezza. La carriera e il talento di questo artista hanno ancora delle perle da offrire ai vecchi e ai nuovi fan e questo live ne è un esempio perfetto.
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09/02/2015 -
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