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King Crimson
Live At The Orpheum
2015
Monk Morph Chamber Music / Spin-go
di Giuseppe Celano
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Robert Fripp aveva detto che sarebbe tornato. Se il suo gelido modo di comunicare è rimasto immutato ciò che è cambiato è la formazione che di freddo non ha veramente nulla. King Crimson Mk. VIII è stata ufficializzata il 6 settembre 2013 e consta di ben sette musicisti, quattro inglesi e tre americani; tre batteristi in avanti: Gavin Harrison (Porcupine Tree), Bill Rieflin (REM, Ministry) e Pat Mastelotto rinforzati, si fa per dire, dal vecchio leone Tony Levin al basso, Mel Collins al sax e il chitarrista Jakko Jakszyk. A comandare la nave è come sempre l’occhialuto chitarrista che stavolta ha come obiettivo la modifica dell’assetto classico della band spostando al centro del palco (e dello studio ci auguriamo) la back-line trasformandola dunque in una front-line. L’epurazione di Adrian Belew, storico collaboratore degli ultimi trent’anni, sembra stata necessaria perché inadatto a supportare la nuova mutazione genetica.
La vecchia ma proteiforme creatura mostra muscoli ritmici, fatti di pattern sincopati e trasversali. Le cose migliori arrivano direttamente dai ripescaggi del ma troppo osannato materiale di 'Islands', devastante la delicatezza espressiva di The Letters mentre dà vertigine la violenza disciplinata di Sailor’s Tales. Il pathos generato dalle singole note sostenute dalla chitarra di Fripp si sfrega violentemente contro il sax e le taglienti dissonanze infilzate dal basso tondo di Levin. I cambi ritmici repentini, l’ispessimento del suono e la continua tensione ritmica sono roba sconsigliata ai cardiopatici. Potenza e scioltezza, l’agile formazione sembra suonare insieme da anni. Sono rodati i nuovi King Crimson, sebbene non abbiano scritto materiale nuovo (almeno non eseguito in questo mini-live) ciò che propongono vale l’acquisto e l’ascolto ossessivo-compulsivo. Inutile negare che l’attesa è tutta per il gran finale in mano a Starless, 12 minuti di pura materia solare da guardare a distanza di sicurezza e filtri protettivi, brillante come poche, fatta di un incedere lento che man mano cresce attraverso la struttura ansiogena e il caos ritmico ordinato dalle tre macchine da guerra in pelle.
Il Dvd è una versione high resolution audio dello stesso live ma, almeno in questa versione, non sono incluse riprese video né immagini di repertorio. Come aperitivo di ciò che verrà va benissimo, adesso vorremmo anche il resto, Mr. Iceman.
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10/02/2015 -
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