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Si può fare musica di qualsivoglia genere percorrendo una via volta all'innovazione oppure pensare di rispettarne i canoni della tradizione, tout court. E' questo il caso di Myles Sanko, giovane e talentuoso cantante inglese, certamente una delle voci più interessanti emerse negli ultimi anni. Il suo stile si muove in quelle coordinate stilistiche che abbracciano il suono della Motown e Stax dei tempi d'oro (60'-70'con Bill Withers, Otis Redding, James Brown) da un alto e dall'altro flirtano con certo soul-jazz (Booker T & Mg's, War) e tutta la produzione di questo secondo lavoro, che lo porta al grande pubblico, è coerente a questi registri. “Forever Dreaming” è stato accolto molto bene dalla critica internazionale e noi lo ribadiamo con convinzione, infatti, dopo un paio di ascolti emerge la caratura di questa produzione: passione, rigore stilistico, impegno dei testi, semplicemente trattandosi di musica tutto suona bene, anzi molto bene. “Lovechild of soulmusic” questo il suo sopranome nell'ambiente Londinese inizia come Dj, poi mette su la sua prima band molto popolare ‘Bijoumjco’ e presta la sua voce ai celebri “Speedometer”(alfieri del genere) per l'ultimo tour della cantante Martha High (già vocalist di James Brown). «Il mio intento e' scrivere musica che dia belle vibrazioni ma anche dica qualcosa nei testi» - dice Myles – «io voglio che la mia musica sia uno stimolo nella vita. Mi piace ascoltare i consigli e le richieste del mio pubblico quando suono o davanti ad un progetto». In effetti scopriamo che questo lavoro, oggi si dice, nasce dal basso sia con un autofinanziamento che gli viene da una piattaforma di Crowdfounding che per la scelta dei brani che preventivamente l'artista fa scegliere ai suoi fan. Scorrono così undici brani originali, sette dei quali scritti in collaborazione con Thierry Los, che firma da solo To My Surprise uno dei due strumentali presenti, questo in stile blaxploitation. Where We Need To Be invece firmata insieme a Neil Cowlan è una ballad di stile. L'apertura è affidata al singolo tratto dall'album e che ne da il titolo, una up tempo, di stile Northern Soul grandiosamente interpretata dall'autore, con una raffinata chiusura strumentale in coda. Light In My Hand, Save My Soul, My Inspiration e Take A Look At Me Now sono le perle di questo lavoro convincente che scivola piacevolmente, mai monotono, e con calore tra le pagine del miglior Soul Jazz. La line up è un ottetto ‘di genere’ con tre fiati: Neil Penny (tromba e arrangiamenti); Matt McKay (Flauti); Tom White (Trombone). La ritmica è affidata a Rick Hudson (Batteria); Tiago Coimbra (Basso), che si segnala tra tutti comunque solidi ed eleganti, Ric Elsworth (Vibrafono e Percussioni), completano Neil Cowlan (Chitarra); Tom O'Grady (Piano e Hammond). Proprio in questo periodo è partito un piccolo tour Europeo che speriamo lo porti anche nel belpaese, per poterlo apprezzare live.
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