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Cold Specks
Neuroplasticity
2014
Mute
di Valerio Di Marco
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Si chiama Cold Specks. Che poi in realtà è Al Spx. Che poi in realtà è...boh. Perché nascondersi dietro uno pseudonimo a volte non basta, ne servono due, o anche di più. E a che serve inventarsi uno pseudonimo se poi c'è chi si ostina a chiederti come ti chiami davvero ? Insomma, Cold Specks (nome mutuato da un passo dell'”Ulisse” di Joyce) è una cantautrice canadese giunta alla seconda prova sulla lunga distanza dopo “I Predict A Graceful Expulsion”, del 2011, ma già vanta un curriculum di tutto rispetto avendo collaborato - tra gli altri - con Moby e Swans. E proprio dalla band newyorhese la Nostra riprende certe atmosfere gothic-rock che però unisce ad un piglio r&b per cui si era già guadagnata a suo tempo la palma di nuova Adele. Ora diranno che sarà la nuova Anna Calvi. O St.Vincent. O Chelsea Wolfe, Soap&Skin, Zola Jesus....Insomma, fate voi, tanto le etichette, come al solito, lasciano il tempo che trovano. Ma cosa rende ”Neuroplasticity” meritevole di attenzione ? In primo luogo, le canzoni. Ovvio, direte. Ma ascoltatevi un pò Bodies At Bay o A Quiet Chill, e poi saprete dirmi. Per non parlare di Absisto, il primo singolo. E che dire della potenza evocativa di certe atmosfere cupe ed introspettive che si fondono con una voce straordinaria in grado di “riempire lo spazio di una chiesa senza l’aiuto del microfono” (o una moschea, visto che lei è musulmana ex-praticante) e con le pennellate d'autore del trombettista jazz californiano Ambrose Akinmusire (qui guest-star, al pari di Micheal Gira degli stessi Swans). Il tutto sorretto da chitarre ora di chiara impronta post-rock ora più dark-wave a la Interpol che fanno da collante ad un disco variegato ma compatto, grazie anche ad una produzione di primissimo livello. Ma ci sono anche brani più minimali, dove la suggestione la fa da padrona. Perché ascoltare Cold Specks significa perdersi nelle fitte brume di un animo che appare palesemente turbato, almeno a giudicare dai testi: si va da amori apparentemente tormentati alla possessione demoniaca. Ma, per fortuna sua, non è tutto autobiografico. O almeno si dice sempre così.
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26/02/2015 -
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