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Big Mountain County
Breaking Sound
2015
Gas Vintage Records/Goodfellas
di Giuseppe Celano
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Partono come razzi sull’onda dell’opener I’m Satisfied e un’orda di fantasmi, fra cui 13th Floor Elevators, ti passano davanti in un baleno. I Big Mountain County adorano quel genere psych, edulcorato con la giusta dose di melodia. Sono romani, l’album è intitolato ”Breaking Sound”. Prima di arrivare a questa produzione si sono fatti notare calcando i palchi di mezza Europa. “Breaking Sound” è un coacervo di riferimenti e omaggi allo psych rock, di deriva garage, che non soffre di scimmiottamenti né cade nelle trappole ben nascoste dentro un genere molto usurato. Sono ossessivi quanto basta (Conflict Resolution part I) e furbi nei passaggi della titletrack, ma è solo un attimo prima di slittare verso dilatazioni psicotrope, fatte di chitarre spettrali (Alessandro Montemagno e Francesco Conte) su cui il basso pulsante di Bob Colella flirta con la batteria di Bruno Mirabella. Ideato e partorito in pre-produzione in Sicilia, dentro una villa alle pendici dell’Etna, questo lavoro mostra varie sfaccettature e una vasta miriade di soluzioni melodiche diverse, tutte potenzialmente applicabili. 1945 è uno dei punti di forza trainante l’intero lavoro, frulla esperienze e riferimenti al passato pur mostrando un’anima errabonda del tutto indipendente e proiettata verso il futuro. Potrebbe essere inserita in un ipotetico Nuggets: Original Artyfacts from Italian psychedelic era. About A Clown fonde accelerazioni ritmiche e dialoghi serrati fra le chitarre che, lentamente, cedono il posto a What Do You Think, take dall’andamento ipnotico e basso pulsante che aumenta in velocità per un infuocato finale con crescendo psicotico. Sullo stesso filo conduttore, e buona come sottofondo per un duello di un western moderno, corre One More. Accordi pieni e voce suadente spianano la strada all’organo ieratico prima che il giro di basso mostri la vera essenza di questo brano; una cavalcata infernale le cui intenzioni s’infrangono in un incidente frontale fra gli strumenti che troncano il finale. Su alcuni brani presenziano ospiti d’eccezione, la folk singer Sylvie Lewis è impegnata nel songwriting, in altri brani emerge il contributo del violista Alessio Toro (Morricone) e quello di Daniele Salamone per organo e Hammond. Un bel esordio, il resto scopritelo da soli.
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02/05/2015 -
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