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Laura Marling
Short Movie
2015
Ribbon Music / Virgin EMI
di Giancarlo De Chirico
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Quinto album solo per Laura Marling, compositrice ed interprete di origine britannica che - da qualche anno a questa parte - divide il suo tempo fra Londra, Los Angeles e New York. Con il passare del tempo la Marling si è conquistata uno status di grande rilievo all’interno della scena alternative folk e la sua musicalità, scarna ed essenziale ma quanto mai intensa, va ad intaccare l’animo di chi ascolta ad ogni singolo passaggio delle sue composizioni. C’è da dire però che per la prima volta - e proprio in questa occasione - Laura si confronta con la chitarra elettrica, nel caso una vecchia Gibson 335 presa in prestito da suo padre. Non si tratta di una sorpresa in assoluto però, per quanti conoscono bene i brani deliziosamente up-tempo dei suoi precedenti dischi.
L’album si intitola 'Short Movie' e si rivela un lavoro molto ben fatto, ricco di soluzioni armoniche diverse, più aperto rispetto al folk basico delle origini. Il disco è stato registrato agli Urchin Studios di Londra, con Nick Pini al basso e Tom Hobden, il tastierista dei Noah And The Whale, la band con cui la Marling ha esordito nel lontano 2006. Tredici brani in tutto: liriche molto poetiche e garbatamente autobiografiche, tracce ben arrangiate in sala di incisione, grazie anche al prezioso contributo di Ruth de Turberville, la violoncellista con cui Laura collabora da tempo. Determinante comunque resta la voce della Marling, da molti accostata - e non a torto - alla prima Joni Mitchell. Brani come Warrior, False Hope, I Feel Your Love e la bellissima I Walk Alone sono in realtà una conferma del suo grande talento compositivo, mentre lo spoken word quasi rappato di Strange comincia ad inserire elementi nuovi all’interno del suo songwriting. Il disco è stato realizzato dopo un lungo momento di riflessione che la Marling si era concessa e sembra proprio essere una sorta di nuovo inizio, il primo passo verso orizzonti ancora più vasti. La fase elettrica è più facilmente riconoscibile su brani come Gurdjieff’s Daughter, Don’t Let Me Bring You Down, un pezzo davvero trascinante, dotato di un groove contagioso. Bellissime anche Howl, un brano molto introspettivo, e Divine, una folk rock ballad che racchiude per intero la nuova dimensione della Marling, che legge Rilke, segue corsi di yoga e cerca una pace interiore senza però mai rinunciare alla musica psichedelica.
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//www.youtube.com/embed/5hnKz9rlna4
07/05/2015 -
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