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Un rock appassionato, sincero e aperto verso il mondo, una musica che guarda verso gli altri, note vibranti che mettono insieme carica ribelle e melodia, canzoni che fanno riflettere sia sulla nostra storia recente così come sui tanti problemi che affliggono ora la società in cui viviamo. Ma 'Sangue e Cenere' è anche un disco ben suonato, registrato nei Kitchen Sink Studios , in Arizona, e prodotto con estrema cura da Jono Manson, musicista americano che in passato ha lavorato anche con Massimo Bubola.
Questo in sintesi il nuovo album dei Gang, la band formata da Marino e Sandro Severini, due fratelli musicisti originari di Ancona nelle Marche che da oltre trenta anni propone un energetico combat rock, riedizione italiana di una stagione fantastica come quella del punk rock inglese di fine anni Settanta. I Gang sono sempre stati considerati - a buon diritto - gli eredi dei Clash, ma nelle loro radici musicali c’è anche il folk basico che fu di Woody Guthrie, ci sono le protest songs di Bob Dylan e personalmente avverto molte somiglianze fra le loro cose e la prima produzione di Billy Bragg, il noto songwriter inglese.
Il nuovo disco è stato realizzato grazie anche ad un crowdfunding che ha permesso alla band di disporre del denaro necessario per registrare negli Stati Uniti insieme a session men di livello assoluto. Un album totalmente autoprodotto quindi che contiene tredici nuove composizioni di grande impatto musicale e morale, a partire dalle title track Sangue e Cenere, che apre il disco, per proseguire poi con Non finisce qui, che racconta in musica la lotta degli operai della Breda, e con brani altisonanti e corali come Alle barricate e Ottavo Chilometro, che ricordano la lotta dei partigiani in Italia contro il nazi-fascismo. Molto bella anche Marenostro, dedicata alla tragedia dei migranti che sbarcano a centinaia sulle nostre coste in fuga dalla fame e dalla guerra. C’è poi una canzone molto toccante che ricorda Fausto e Iaio, due giovani militanti di sinistra di soli 18 anni che frequentavano il centro sociale Leoncavallo a Milano e che furono uccisi da estremisti di destra nella primavera del 1978.
I Gang guardano anche oltre i confini nazionali e un brano Gli Angeli di Novi Sad si sofferma sulle tragedie della guerra in Bosnia nel 1993 così come Più forte della morte è l’amore, una bellissima rock ballad dedicata a Bosko e Admira, due giovani innamorati, serbo bosniaco lui, musulmana lei, che furono uccisi sul ponte di Sarajevo mentre cercavano di scappare dalla guerra per farsi una nuova vita. L’album si ascolta con la stessa intensità con cui si legge un buon libro, le composizione sono intense e ben arrangiate e sul piano lirico invece mi preme citare un verso di Nel mio giardino che recita “ci sono segni di lotta sul cadavere di Dio”. Ebbene il Rock And Roll, la difesa degli ultimi e la teologia della Liberazione convivono da sempre all’interno della proposta Gang, un gruppo che non segue le mode, che procede diritto per la sua strada e continua a regalarci momenti di alta tensione musicale e di impegno sociale. Album da ascoltare e al massimo volume!
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