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Prendete Santana, Pino Daniele, il Marocco, il Medio Oriente, la taranta, Yanni e Frank Zappa. Poi prendete il jazz, la psichedelia, i Pink Floyd, i Led Zeppelin (sì, anche loro, con una cover di Kashmir) e il pop latinoamericano. Mescolate, versate piano nel lettore, e quello che ne uscirà dalle casse sarà l’esordio di Piero Fabrizi, chitarrista ma soprattutto produttore di successo, già insieme a Fiorella Mannoia per un lungo sodalizio artistico che ha prodotto ben 16 dischi di platino e 5 targhe Tenco. ”Primula” è il condensato di tutte le sue passioni musicali, ed è stato realizzato in quattro anni chiamando a raccolta una vera e propria processione di ospiti prestigiosi come Chico Cèsar, Tony Levin, Moreno Veloso, David Binney, Mauro Pagani, Paolo Costa, Rosario Jermano e molti altri, che hanno arricchito con la loro presenza le dodici tracce del lotto. Ospiti vari, disco vario. Ma anche lontano dall’idea egocentrica di voler sempre apparire in primo piano. Perché Fabrizi, in questo suo primo lavoro, ha dato spazio anche alle delicate voci femminili della cantante albanese Elsa Lila, vera star in patria, della californiana Joanna St.Claire e dell’olandese di origini molucchesi Lily Latuheru. Generosità ricambiata, perché poi è stato Chico Cèsar ad aprire a Fabrizi le porte del suo repertorio invitandolo a cantare con lui Clandestino, che rivive così dopo vent’anni e diventa un singolo da offrire in portoghese con innesti di italiano. «Quando mandai il pezzo a Chico» - dice Fabrizi - «lui mi scrisse subito, dicendomi di apprezzare così tanto la mia versione, da volerla cantare, ma a patto che io lo cantassi con lui. Questa con Chico César è una collaborazione che mi onora e mi rende fiero». Fiero di aver onorato l’amicizia, in nome della condivisione, ma anche di aver reso un giusto tributo a tanta musica importante del secolo scorso che, volenti o nolenti, continueremo ad ascoltare ancora per un bel pò.
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