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Any Other
Silently. Quietly. Going Away.
2015
Bello Records
di Giuseppe Celano
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Adele Nigro ex Lovecats esordisce, insieme a Erica Lonardi e Marco Giudici, con il frutto della sua nuova band il cui moniker è Any Other. Per chi non seguisse Facebook, ”Silently. Quietly. Going Away.” è anche la prima uscita di Bello Records, l’etichetta dell’ormai leggendario Gatto Bello. In apertura Something, un brano vincente che, perdonate l’azzardo, durante il bridge sfrutta il giro melodico di The Rover. La voce, anche se apparentemente fragile e delicata, viaggia decisa e potente. Non mostra tentennamenti e sfrutta gli anni di navigazione accumulati nei tour acustici che Adele ha alle spalle. Come un capitano di lungo vascello la singer si muove sicura, capace di affrontare i pericoli del mare aperto. Nei suoi orizzonti non appaiono scimmiottamenti vicini alle paludi del tardo indie-rock. Capace di dosare la forza dell’impatto e la dolcezza appagante del suo canto, Adele scopre il fianco in His Era, ballad incapace di resistere alla tentazione di esplodere sul finale attraverso un addensamento di chitarre elettriche iper sature. 21 anni e non sentirli, canta bene la Nigro, avvolta ma non soffocata da questo tripudio di chitarre debitrici dei nineties e registrate davvero bene. La nostalgia che sembra emergere da solchi di questo lavoro in realtà è solo voglia di fuga, di un cambiamento vitale a quell’età. Built To Spill a un passo dalle melodie flirtano con i Modest Mouse senza cadere nel banale tranello della sudditanza. Altri fantasmi del passato si affastellano veloci mentre il disco scorre piacevolmente, ricco di ottimi reverberi sonori in Roger Roger, Commander che richiama alla memoria gli Smart Went Crazy. Per quanto banale può sembrare sottolinearlo, l’altro punto di forza degli Any Other è il canto in un inglese quasi perfetto. La giovane professionista per una volta ci sottrae alla vergogna di essere italiani. Si arriva velocemente alla fine del viaggio, ma non senza emozioni sia chiaro, perché fra le qualità della band svetta su tutte quella di prendere per mano durante i momenti più difficili e distrarre dalle paure parlando al cuore (5.47 P.M.). ”Silently. Quietly. Going Away” non è proprio silenzioso o quieto, non scivola via nell’anonimato ma arriva immediato al golden core. Risulta incisivo nelle esplosioni elettriche e fascinoso nei passaggi malinconici (Teenage). Con tutte le prevedibili ingenuità tipiche di un esordio, che sicuramente capitoleranno in blocco al loro prossimo lavoro in studio, questo lavoro passa la prova con classe, suonando sincero e libero dalla paura di mostrarsi. È davvero difficile intrappolare le emozioni contenute all’interno delle dieci tracce, forse perché a quell’età si è ancora privi delle sovrastrutture imposte dalla durezza della vita.
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23/10/2015 -
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