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Ork
Inflamed Rides
2015
Cargo Records
di Giuseppe Celano
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Sono in quattro e provengono da band di tutto rispetto: King Crimson (Pat Mastellotto), Porcupine Tree (Colin Edwin), Obake (Lorenzo Esposito Fornasari, per gli amici Lef) e Marta Sui Tubi (Carmelo Pipitone). Il disco s’intitola “Inflamed Rides”. Gli Ork fanno il loro ingresso nella società che conta attraverso la danza di Jellyfish, il cui riff di basso è mutuato da Schism dei Tool. Come inizio non c’è che dire, un biglietto da visita davvero efficace. Piace molto, e funziona a dovere, il drumming di Mastellotto che ridimensiona sensibilmente l’invadenza degli inserti elettronici, degli ultimi re cremisi, relegandoli in Dream Of Black Dust, e preferendo un utilizzo più muscolare e acustico delle pelli. La loro musica coinvolge il prog ma solo come innesco per dar fuoco alle esplosive scorie grunge sottostando alle dure regole della matematica. Stacchi e controtempi, pattern serrati trasversali, melodia vocale e l’esecuzione invidiabile fanno il resto. I riferimenti agli anni novanta sono facilmente rintracciabili nei riff quadrati, arricchiti di arrangiamenti e virate improvvise. Risvegliano il fantasma dei Days Of The New e tirano in ballo i Depeche Mode senza ricorrere a furbi artifici (Breakdown). Il loro prodotto vive di luce propria, non deforma né piega le onde soniche di nessuna fra le band in cui hanno militato precedentemente (Pyre). La musica degli Ork sfrutta mutanti dinamiche elettroniche, una sommatoria di elementi e idee difficili da assimilare velocemente, fatte di spunti dark ricoprono il disco di uno strano bagliore ferino (Black Dust). Non è facile incasellarli (Bed Of Stones), non che sia necessario, né imbrigliarli in aggettivi altisonanti incastonati dentro iperboli sintattiche (leggi supercazzole). Basterà Vuoto, unica traccia in italiano, per aprire un baratro affascinante quanto letale. L’attrazione verso le profonde spirali, d’un nero lucido, è fortissima. Classe e potenza, con un pizzico di follia, per un disco cesoia capace di sezionare in piccole parti gli ultimi vent’anni.
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//www.youtube.com/embed/vSDdfTqoD3Y
28/10/2015 -
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