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Album niente male per un “vecchietto” di 72 anni che risponde al nome di Keith Richards, che di mestiere fa il chitarrista dei Rolling Stones e che torna a registrare un disco solista (il terzo) a ventitrè anni di distanza da 'Main Offender' del 1992. Il suo nuovo lavoro si intitola 'Crosseyed Heart' e dobbiamo dire che - a cominciare dalle prime note blues della title track e dal groove fantastico della successiva Heartstopper - si sente subito aria di casa. Si avverte un qualcosa di molto familiare infatti nel modo in cui Keith Richards strofina la sua chitarra elettrica, ruvida e rasposa come e più del solito. E’ il richiamo della foresta, è il mito del Rock and Roll che non ammette pause, momenti di riflessione.
Hanno collaborato con Keith Richards, anche in questa occasione, gli X-pensive Winos, una super band composta da Waddy Wachtel, alla chitarra elettrica, da Ivan Neville alle tastiere e da Steve Jordan alla batteria. Ma veniamo ai dettagli: brani come Amnesia, Trouble (con un fantastico lavoro della slide guitar di Waddy Wachtel) e la sopracitata Heartstopper non avrebbero affatto sfigurato su un disco degli Stones; Robbed Blind è una country ballad a dir poco deliziosa, mentre Love Overdue di Gregory Isaacs è un gustoso omaggio al reggae, un genere musicale di cui Keith è sempre stato innamorato. Nothing On Me è una rock ballad molto ben strutturata, ironica e decisamente autobiografica nella quale Richards sintetizza in pochi minuti quello che è stato lo scorrere della sua vita; sullo stesso livello, forse addirittura oltre, Suspicious un’altra ballata impreziosita dal lavoro al sax dell’amico Bobby Keys. Si torna al Rhythm & Blues con Good Night Irene, riproposta di un classico di Leadbelly, e con Blues In The Morning, mentre Something For Nothing e Just A Gift sono altre due gustose rock ballads che rendono un buon servizio all’album. Certo la voce di Keith Richards non è sempre al massimo, anzi appare piuttosto limitata nella sua estensione, ma quello che rende assolutamente imperdibile questo disco sono gli arrangiamenti musicali, il gusto per quelle melodie sporche e bluesate che hanno reso celebri gli Stones.
Non poteva mancare una citazione speciale per Illusion, di certo il brano più sofisticato ed elegante del disco, una soul song che vede come special guest Norah Jones, che si esibisce in un duetto vocale con Keith che nell’occasione ha voluto anche l’intervento di Pino Palladino, al basso.
In conclusione un album davvero ben realizzato e gradevole, un disco che contiene scelte musicali che sarebbero andata bene quaranta anni fa, ma che suonano molto bene anche oggi. Il segreto? Se lo chiedete a Mr Richards, vi risponderà con un sorriso e vi dirà che non lo sa neanche lui…
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