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Marbin
Aggressive Hippies
2015
MoonJune Records
di Giuseppe Celano
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Non è il nostro primo incontro con i Marbin, quartetto hard jazz che già ci aveva colpito con il precedente lavoro intitolato “Third Set.” Ora con l’arrivo del nuovo lavoro ”Aggressive Hippies”, la band si ripresenta in forma aprendo le danze sulle note di Just Music, take progressiva forte di scale jazz blues pulite e molto efficaci. Dani Rabin e Danny Markovitch entrano in una gara in cui la chitarra e il sax firmano alleanze per la riuscita di un opener schiacciante. In Y’all Are Good invece si torna su stilemi più aggressivi, una hard fusion in cui le scale melodiche cadono copiose come pioggia (acida) durante un temporale estivo. Il rifferama funky e uso del wah-wah con le pelli attaccate alle calcagna fanno spazio al sax, dapprima sognante e appoggiato su poche note languide, poi in fase di decollo su vette irte. Intro è un passaggio etero e impalpabile, fatto di poche note e senza sezione ritmica. La band lascia respirare l’ascoltatore prima di African Shabtay, cavalcata a perdifiato dall’andamento infernale. Il riff iniziale, introdotto dal sax in primo piano, si trasforma in un assolo dal sapore orientale che viene ripreso successivamente dalla chitarra, tesa e nervosa. Juke Joist è funky raggae imbattibile, roba da impegnarci una buona parte di cuore senza possibilità di riscatto alcuna. In O’l Neckin’ il lavoro del sax è sublime, l’approccio diretto e l’esecuzione impeccabile, davvero inutile aggiungere altro. Morning Star si snoda su otto minuti ricchi di cambi ritmici, perfetta per osservare un lento tramonto con un buon bicchiere di vino rosso d’ottima annata. Potenti nei modi e fantasiosi nel songwriting, incapaci di stare fermi sullo stesso tempo flagellato dai controtempi (Jambo), i Marbin ci consegnano un altro capitolo brillante in cui la tecnica è al servizio della creatività ma senza soffrire di quella fastidiosa sensazione di virtuosismo fine a se stesso.
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03/01/2016 -
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