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John Moreland
High On Tulsa Heat
2015
Old Omens/Goodfellas
di Giuseppe Celano
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John Moreland è un cantautore americano di famiglia battista. È diventato appena trentunenne ma ha all’attivo cinque dischi e uno nuovo di zecca intitolato ”High On Tulsa Heat”. Il suo primo show lo tenne a 13 anni. Essendo abituato a muoversi spesso, John ha sviluppato la capacità di osservare e registrare dettagli importanti trasformati lentamente in musica. Il nuovo lavoro contiene dieci tracce in bilico fra roots e country nel senso diametralmente opposto al significato che gli viene appioppato. Scordatevi quindi cowboy e banjo e le feste con ballate veloci in cui le donne danzano con uomini ubriachi e tutti sono felici. John preferisce esporre le sue linee melodiche attraverso il fingerpicking della sua chitarra acustica che introduce l’opener Hang Me On The Tulsa County Star, mentre in Losing Sleep Tonight il compositore aggiunge una slide languida e sognante. La voce calda e roca produce blues urbani (Cleveland County Blues) facendosi carico di tutto il pathos e dei testi, intensi e melanconici. In studio fa praticamente tutto da solo suonando e registrando tutti gli strumenti mentre dal vivo si fa accompagnare dai Dust Bowl Souls. Se avete visto la bellissima serie Sons Of Anarchy non farete fatica a riconoscere quella timbrica avvolgente. La sua musica è conservativa, protegge le radici della cultura raccontando storie comuni in una via del tutto personale e intensa. Il sound è in bilico fra l’asciutta essenza dei lentoni di Springsteen (American Flags In Black And White) e lo stile di Dylan, scegliendo anche passaggi più americani nelle tracce in cui richiama quelle malinconiche ballad del diavolo di Detroit Bob Seger. Tutto quella sensibilità, i toni soffici e gli angoli smussati di questo timido songwriter affiorano nella lenta e intensa You Don’t Care For Me Enough To Cry. Registrato velocemente e in sordina, usando l’abitazione dei genitori partiti per le vacanze, “High On Tulsa Heat” è un gioiellino acustico che risplende in tutta la sua efficacia (Heart’s Too Heavy). Funziona come full length e traccia per traccia mostrando l’anima di questo barbuto singer, dalla stazza imponente, che gestisce la sua etichetta in modo del tutto personale e indipendente. È lui a rispondere agli ordini, a incartare i dischi. Si occupa della spedizione e chissà, se gli dovesse girare bene magari allegherà al vostro ordine anche una letterina di ringraziamento, proprio come si faceva molto tempo fa, quando i musicisti ringraziavano i fan per aver usato una parte del tempo all’ascolto delle loro opere per poi decidere se comprarle o no. Tutto molto bello e romantico. Ebbene sì, sono cose che hanno quel sapore inebriante del passato, capaci di emozionare ancora.
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03/02/2016 -
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