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Sakee Sed
Hardcore da Saloon
2015
Appropolipo Records
di Claudio Prandin
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“Partirono in due ed erano abbastanza Un pianoforte una chitarra e molta fantasia.”
L’incipit di “Bomba o non bomba” di Antonello Venditti sembra perfetta per introdurre i Sakee Sed, il duo bergamasco che alla tradizionale chitarra preferisce una imprevedibile batteria. Il terzo disco di Marco Ghezzi (piano e voce) e Gianluca Perucchini (batteria) propone un Rock frenetico e ruspante che ha l’enorme pregio di apparire giocoso ed irriverente tanto da rispolverare il miglior cabaret d’autore; anche i testi surreali e burleschi confermano questa sensazione esprimendosi con risvolti a tratti poetici a tratti materialmente quotidiani. Il suono ricco, variegato e debordante fa pensare ad una big-band infarcita di strumenti mentre (ripeto) in tutto il disco vengono utilizzati solamente il pianoforte elettronico e la batteria; è un approccio peculiare che accresce il valore dell’opera il cui ulteriore pregio è di proporre un percorso in tredici tracce che non assomiglia mai a se stesso e attraversa diversi generi: dal valzer sgangherato di Pollo e Mandorle che utilizza persino un’improbabile cinguettio al rock potente di Hangover in Bristol che ricorda i conterranei Verdena; La Fuga di Barnaba è ancora più aggressiva tanto da sfiorare lo stoner mentre Primula è una dolce ballata che inneggia all’amore e alla speranza. Ma la vera chicca è il brano di apertura; Hcds (l’acronimo del titolo) è una spassosa presentazione del disco: una piano frenetico e una batteria sparata ad altissime velocità accompagnano una voce che presenta i due musicisti e informa che l’album è un composto grezzo di Rock’n’roll e (un po’ presuntuosamente) di heavy metal, death metal, ragtime, hardcore punk, stoner, jazz, country, flamenco e addirittura dub-step; chiaramente è una presentazione sproporzionata e volutamente ironica; termina consigliando di alzare al massimo il volume, un po’ come facevano i Twisted Sisters che nei loro credits imponevano: PLAY IT LOUD, MUTHA; e come ci si sentiva orgogliosi di farsi offendere da Dee Snider e soci così è piacevole farsi prendere in giro da questo duo eclettico, intelligente e talentuoso.
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23/02/2016 -
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